BRINDISI – Il territorio brindisino sta attraversando, probabilmente, uno dei periodi più oscuri della sua storia recente, sotto il profilo sociale ed economico. Un percorso discendente, di direzione opposta a quella di altri territori regionali, che parte dalla crisi del settore industriale e che a cascata coinvolge un po’ tutti gli altri settori del tessuto economico del comune capoluogo e dell’intero territorio brindisino.
Il settore che è in fondo a questa scala, è il commercio che comprende le piccole imprese locali, il piccolo artigiano, il negozio di prossimità, e così via, è quello che ne sta pagando le conseguenze più negative e aspre, con la chiusura definitiva delle attività.
Mega impianti che abbandonano la città e i lavoratori al loro destino, lasciando sul territorio solo stracci, esuberi, licenziamenti e cambi di appalto a danno dei salari.
Secondo Confesercenti è necessario che ci sia una forte partecipazione sociale, sorretta anche dal principio della sussidiarietà orizzontale, cioè dall’intervento di soggetti privati e associazioni in genere, così come esplicitato dalla Costituzione, in virtù della riforma del Titolo V. Una modalità, per certi versi simile al concetto di bilateralità, di patto territoriale, ma che è tesa al superamento del modello conflittuale, favorendo di contro una reale forma di cooperazione tra le parti in gioco.
L’associazione di categoria vuole confermare e riaffermare il proprio ruolo negli aspetti economico-produttivi del territorio, che non sia legato però agli interessi e al ruolo di altri enti, sicuramente più complessi e grandi, ma con diversi obiettivi. E lo vuole fare, ribadendo la gravità della situazione economica, ridotta oramai ai minimi
termini, facendosi promotrice di un incontro con altre associazioni di categoria, enti o soggetti paritari per esprimere quanto sta accadendo in questi settori del tessuto produttivo locale, con gravi conseguenze per le attività commerciali e per le famiglie, ponendo le basi per pensare ad una giusta politica di sviluppo generale e complessivo, inglobando in essa anche l’impiego più idoneo delle risorse rivenienti dai fondi del PNRR, da suggerire poi ai decisori finali.