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Centro PMA “Prodia”, dopo l’inchiesta il Tar annulla autorizzazioni

BARI – È stata l’inchiesta, tuttora in corso, sul presunto scambio di favori tra politica e sanità locali a pesare sulla decisione dei giudici del Tar di Bari sul centro privato di procreazione medicalmente assistita “Prodia”a Muro Leccese.

I giudici amministrativi, con apposita sentenza, hanno annullato tutti gli atti della Regione Puglia, dell’allora DG ASL Rodolfo Rollo e dei Comuni di Muro Leccese e Nardò, che avevano rilasciato le autorizzazioni in favore di “I Giardini di Asclepio” – ora “Prodia srl” – per la realizzazione di quel Centro di PMA di II Livello. La decisione è arrivata accogliendo il ricorso proposto dalla concorrenza sconfitta – ossia il Centro Medico Biologico Tecnomed, difeso dall’avvocato Bartolo Ravenna.

Un passo indietro. Un’inchiesta delle Fiamme Gialle confluì il 7 luglio dello scorso anno in arresti eccellenti, misure restrittive e perquisizioni. Un autentico terremoto giudiziario che ha sconvolto la sanità pugliese e salentina e coinvolto politica, imprenditori e dirigenti sanitari e anche medici.

Nelle intercettazioni captate dai finanzieri si parlava anche del Centro “Prodia”, con sede in un immobile dell’ex assessore al Welfare Totò Ruggeri. E di fatto all’attenzione dei giudici amministrativi sono state portate una serie di circostanze estrapolate dall’inchiesta, utili a mettere in discussione gli atti impugnati dal Centro ricorrente. Tra questi, in primis, il parere sanitario dell’allora DG Rollo – che pure è coinvolto negli approfondimenti investigativi – fulcro di tutta la procedura autorizzativa.

Secondo gli inquirenti le intercettazioni in particolare avrebbero fatto emergere gli interessi personalistici dell’allora assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri e del dottor Elio Quarta (coordinatore della Struttura) nell’attivazione del Centro privato in questione. Interessi che si sarebbero poi tradotti in un pressing sull’allora Dg Rollo e sulla Regione, affinché l’iter potesse procedere a passo spedito e senza intoppi. Il centro privato l’avrebbe così spuntata su ben due alternative pubbliche.

Sulla base del presunto vizio dell’iter autorizzativo, i Giudici hanno dunque annullato tutti gli atti che hanno preferito la società “I giardini di Asclepio”. Adesso la Regione Puglia – che ha voluto attendere il giudizio di merito del Tar – dovrà valutare l’unica domanda restante, ossia quella del centro Tecnomed.

ERICA FIORE

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