LECCE- Nove richieste, precise, stilate insieme e da presentare alla Regione martedì mattina quando, dopo la manifestazione di sabato a Lecce, la mobilitazione si sposterà a Bari. Aprol, Coldiretti, Agrinsieme Puglia – il coordinamento delle organizzazioni agricole CIA Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci) e Copagri – cambiano approccio sul disseccamento degli ulivi e tornano ad alzare la voce, a nome di un intero comparto socio economico in ginocchio nel Salento.
Chiare le loro priorità: in primis, “semplificare la procedura di espianto degli alberi in zona infetta evitando che vengano addebitati ulteriori costi per certificare a mezzo analisi PCR la presenza del batterio Xylella fastidiosa”. Poi, “sostegno al ripristino del potenziale olivicolo attraverso fondi regionali del PSR 2014-2020 dei quali l’intera penisola salentina non può esserne beneficiaria”. Del Psr si chiede una nuova ripartizione dei fondi, visto che non si prevede “alcuna priorità d’intervento per i territori gravemente danneggiati dall’epidemia di Xylella fastidiosa”. Si chiede, ancora, che gli imprenditori possano scegliere autonomamente cosa fare dei propri terreni; che vengano riaperti i termini della “sanatoria dei pozzi di emungimento di acque sotterranee”; che venga dichiarato permanente lo stato di calamità naturale con conseguenti sgravi fiscali, previdenziali e moratoria dei mutui bancari per tutti i soggetti della filiera.
Tra le richieste, ancora, l’ eliminazione della vite dall’elenco delle piante specificate, per la liberalizzazione della commercializzazione delle barbatelle senza il vincolo della termo terapia. E poi, che venga data attuazione ad piano straordinario concertato da parte della Regione Puglia per una corretta campagna informativa e ad un altro per la realizzazione di piattaforme per l’utilizzo della biomassa a fini energetici e contemporanea movimentazione del legname.