Cronaca

Recluse, picchiate, costrette a vendersi: i retroscena del giro di prostituzione

LECCE – Picchiate, umiliate, sfruttate, private della libertà e ridotte in uno stato di totale sottomissione. Dalle carte dell’inchiesta relativa al giro di prostituzione sgominato dagli agenti della questura di Lecce emergono inquietanti retroscena sulla condizione in cui erano costrette a vivere le donne che dalla Bulgaria raggiungevano l’Italia con la promessa di un posto di lavoro, salvo poi ritrovarsi a dover vendere il proprio corpo in mezzo alla strada.

Nelle oltre 900 pagine di ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Antonio Gatto, che ha portato all’arresto di 22 persone, emerge un quadro di soprusi, minacce e violenze continue perpetrate dai loro aguzzini. Primo tra tutti il 53enne Yanchev Anto Antov, detto “zio”, che ai minimi segni di ribellione da parte delle ragazze, non avrebbe esitato a “rimetterle in riga” a suon di schiaffi, calci e pugni, arrivando a colpirle con una mazza da baseball e a lasciarle digiuno anche per una settimana.

In una intercettazione telefonica tra il figlio di Antov, Yanchev, e una persona vicina si sente dire da Yanchev: “Andatevene a casa, caso mai Anto ammazza la ragazza… E digli di non picchiarla più, basta, quanto altro la deve picchiare… Ma lui cosa vuole… di picchiarla così, a renderla irriconoscibile e di non poter andare a lavorare e stare a casa 10-15 giorni? Io anche gli ho detto: basta picchiarla che succederanno problemi… quello non mi sente..”

Le immagini – si legge nelle carte – mostrano poi l’intervento di due persone che entrano nella stanza per portare via la ragazza, la quale però cade per terra, dove vi rimane per alcuni secondi. Nonostante questo, Antov la colpisce ancora una volta mentre si trova esanime sul pavimento e minaccia di ammazzarla.

In un’altra intercettazione emerge come gli indagati siano preoccupati dall’ipotesi che la ragazza possa scappare durante la notte: da qui la decisione di chiuderla a chiave in una stanza, precisando che per i bisogni personali avrebbe potuto utilizzare una bacinella.

  • “Ha detto che vuole andarsene a piedi. Potrebbe scappare, durante la notte”.
  • Le metterò il chiavistello alla porta
  • No, no..Le verranno di fare i bisogni,
  • C’è la vasca lì, per pisciare, per fare la cacca… non mi interessa”

Oltre a questo contesto di violenza continua, l’inchiesta svela anche la vendita di un bambino, frutto di una violenza ai danni di una 27enne sempre ad opera di Antov, che termina con l’alterazione dello stato di nascita del neonato. Bambino nato nel gennaio del 2023 nell’ospedale di Scorrano e venduto per una somma di denaro che non si è riuscita a quantificare.

Le indagini, coordinate dalla sostituta della DDA Giovanna Cannarile e dalle colleghe della Procura ordinaria Erika Masetti e Rosaria Petrolo, sono ancora in corso.

Giorgia Durante

 

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