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Radioterapia oncologica al “Fazzi”, ispezione di Pagliaro: “urgenti nuovi macchinari”

LECCE – “L’abnegazione del personale sanitario non basta a colmare le carenze strumentali alla Radioterapia Oncologica di Lecce”. Così il consigliere regionale Paolo Pagliaro al margine della visita ispettiva che ha compiuto stamattina, a seguito di numerose segnalazioni su disservizi e inefficienze dei macchinari. “Ce ne sono tre – dice a tal proposito – ma solo sulla carta: uno è ormai dismesso benché occupi ancora una stanza; uno è a fine vita poiché vecchio di oltre 22 anni e continua ad essere utilizzato solo per alcuni trattamenti; uno soltanto è realmente efficiente con buoni standard qualitativi, ma non è più giovane perché in funzione dal 2015/16. Entrambi i macchinari operativi – come segnalato dagli utenti e confermato da medici e infermieri – sono spesso rotti o in manutenzione. Pertanto le liste di attesa, già mediamente di 60 giorni, tendono ad allungarsi nonostante i circa 40 trattamenti al mese contrattualizzati con una clinica privata di Lecce”.
“È stato annunciato un bando – spiega ancora Pagliaro –  per l’acquisto di due macchinari di nuova generazione che dovrebbe essere pubblicato a breve, ma per l’effettiva fornitura dei nuovi acceleratori ci vorrà tempo anche perché sono necessari adeguamenti strutturali dei locali ed opere murarie. Il bando prevede queste opere con un progetto completo, chiavi in mano. È stata prevista la messa in funzione nell’autunno 2024, ma sappiamo bene che i cronoprogrammi non vengono quasi mai rispettati, e in ogni caso sono tempi troppo lunghi rispetto all’urgenza di dover garantire assistenza ai pazienti oncologici, che in Salento sono in drammatico aumento. Perciò bisogna stringere i tempi, tagliare la burocrazia sanitaria all’osso, perché il cancro non aspetta. Quindi, nelle more di questo bando, chiedo che la Radioterapia Oncologica del Fazzi sia dotata subito di almeno due acceleratori perfettamente funzionanti, in modo da assicurare con tempestività la radioterapia, essenziale per contrastare la formazione di metastasi e per salvare la vita.
Ci sono due ambulatori per le visite e con gli acceleratori (quando funzionano) si trattano circa 40 pazienti al giorno, considerato che le cure necessitano di una preparazione a monte oltre ad un controllo preventivo attraverso la tac.
L’anello debole – continua – sono le apparecchiature obsolete e carenti, a cui sopperiscono con grande spirito di sacrificio medici, infermieri e operatori sociosanitari. Ma non basta essere ottimi chirurghi, se non si hanno gli strumenti per operare. Ho registrato un corale elogio da parte degli utenti nei confronti del personale per professionalità, umanità e gentilezza. Ma, dinanzi ai deficit delle macchine, c’è poco da fare. E per i casi più gravi e urgenti si rende necessario indirizzare i pazienti verso altre strutture, in Puglia o anche fuori regione.
L’organico di 9 medici più il primario facente funzione (in attesa del nuovo primario già individuato, che s’insedierà a breve) al momento sembra adeguato ma, con l’arrivo dei nuovi macchinari che si auspica possano entrare in funzione nell’autunno 2024, occorrerà allargare la pianta organica di almeno altri 2 o 3 medici”.
Tutto questo sarà messo nero su bianco, come sempre, nella richiesta di audizione che presenterà in Commissione Sanità, come dopo ogni visita ispettiva nelle strutture sanitarie dell’Asl Lecce, “per convocare – conclude -i vertici aziendali e dell’assessorato affinché diano risposte su queste criticità e prendano impegni per risolverle in tempi rapidi”.

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