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Julie, il nodo stupro e la versione di lui: “era consenziente”. Cellulari sotto esame

LECCE – Cosa sia accaduto la sera del 18 ottobre: è su questo che gli inquirenti si concentrano per far luce sul suicidio a Lecce della studentessa francese Julie Tronet. E questo perché il giorno dopo Julie ha raggiunto il pronto soccorso raccontando di essere stata violentata, mentre il 19enne del Brindisino che ha trascorso la serata con lei ha riferito tutt’altro, parlando di un rapporto consenziente. Il giovane, che studia e vive a Lecce, difeso dall’avvocato Aldo Gianfreda, è attualmente iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di violenza sessuale e istigazione al suicidio.

La scientifica, dopo aver scandagliato la stanza in cui Julie si è tolta la vita, ha raggiunto l’abitazione del 19enne, al quale è stato anche sequestrato il cellulare.

È stato in quel momento che lo studente agli agenti avrebbe mostrato spontaneamente un selfie scattato durante la serata sotto accusa: l’ho fatto – ha raccontato – andando via da casa di Julie, nell’androne dell’appartamento. Il 19enne non ha mai negato di aver avuto un rapporto intimo con la studentessa francese, sottolineando però con forza che fosse voluto da entrambi. Il selfie – a suo avviso – dimostrerebbe l’assoluta serenità con cui quel giorno ha lasciato l’abitazione di Julie.

Poi la ricostruzione della serata sotto accusa: Julie era uscita con una sua amica, una studentessa di nazionalità bielorussa. Le due erano in un locale e – a dire del giovane – avrebbero iniziato a guardarlo insistentemente. Poi i tre avrebbero iniziato a chiacchierare. Andando via dal locale a piedi, tra Julie e il 19enne ci sarebbero stati degli abbracci, confermati agli inquirenti anche dall’amica bielorussa che, ad un certo punto, li ha salutati per raggiungere la sua abitazione.

A quel punto Julie e il 19enne avrebbero proseguito per via Pappacoda da soli, salendo poi in camera della ragazza. Difficile, considerato il tragico epilogo, comprendere cosa sia accaduto in quelle quattro mura. Certo è che in lacrime, il giorno dopo, la ragazza ha riferito in pronto soccorso di essere stata stuprata, facendo riferimento in una lettera di addio indirizzata ai famigliari ad “un peso troppo grande da sopportare” che la rendeva triste.

Il corpo della studentessa questo sabato ripartirà alla volta della Francia, dopo l’esame autoptico effettuato dal medico legale Alberto Tortorella che ha confermato la morte per asfissia autoindotta dalla giovane: nessun altro segno sul corpo, nè lividi nè graffi, che possano avallare ipotesi alternative al suicidio.

La famiglia, che ha raggiunto il Salento nelle scorse ore, nel delicato momento del riconoscimento è scoppiata in lacrime, invocando verità su quanto accaduto.

“È Tardi per piangere ed è tardi per pentirsi” ha tuonato l’arcivescovo Seccia durante la messa in ricordo della studentessa, organizzata giovedì pomeriggio al Duomo da un gruppo di studenti UniSalento, con la partecipazione di sindaco, rettore e docenti.

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