LECCE- Il fatto che il dirimpettaio non navighi in acque tranquille, non significa che il Partito democratico possa concedersi distrazioni e abbassamento della guardia. Del resto la stagione congressuale alle porte sarà tutt’altro che semplice. Il rinnovo dei vertici nazionale e provinciali sarà un delicato passaggio da affrontare in modo meno doloroso possibile. E difatti la macchina è in moto da un po’. Se prima fioccavano – velate o meno – le candidature alla segreteria regionale, con le recenti decisioni romane che hanno messo in stand by la nomina del successore di Sergio Blasi almeno fino alla primavera prossima, l’accelerata è tutta per il rinnovo dei partiti provinciali.
Ci si sta muovendo. Incontri e ragionamenti sono in corso. Ma parallelamente a questi, viaggiano anche i mal di pancia.Il punto è il sistema con il quale si vuole affrontare il rinnovo dei vertici. E lo lasciano trapelare dalle porte chiuse delle stanze regionali, alcuni tra i pezzi da novanta del partito. “I big – dicono a dentri stretti – starebbero pensando ad una vera e propria spartizione delle correnti nelle provincie. Cuperlo qui, Renzi lì, Pittella qua”.
Una soluzione che, secondo chi l’ha pensata, darebbe un equilibrio al partito senza guerre fratricide e spargimenti di sangue. Ma che, per chi si oppone, “è una soluzione vecchio stampo per decidere in 7 o 8 nel chiuso di una stanza il destino del Pd”.
Il tutto, poi, per chiudere il cerchio finale con la segreteria regionale. Ma qui lo scontro si farebbe ben più duro, essendoci in campo non solo le correnti nazionali ma anche gli esponenti locali. I baresi, ad esempio, sarebbero pronti a chiedere il turn over dopo gli ultimi anni di guida leccese.
Ma di questo si parlerà più avanti. Ora bisogna concentrarsi sul rinnovo delle segreterie provinciali. E i primi nomi affiorano. A Brindisi, ad esempio, il Pd starebbe corteggiando il sindaco della città Mimmo Consales. “E’ popolare, conosce il territorio” spiegano.
A Taranto potrebbe esserci la riconferma dell’uscente Serio e a Lecce la discussione è aperta. L’ultimo a chiedere che non diventi una contesa di potere è Umberto Uccella, invitando l’area Cuperlo a convergere su un nome unitario. Per ora circolano tra ufficiali e vociferati Piconese Rampino Venuti, la Puzzovio, Bianco. Ma se a prevalere sarà la spartizione delle correnti nelle province allora le pedine sarebbero tutte, ancora da sistemare.