Attualità

Brindisi – ennesimo fermo dei lavori sulla pista ciclabile

BRINDISI – Diciamola tutta: la vicenda della pista ciclabile di viale Aldo Moro rischia di trasformarsi in una enorme figuraccia per l’Amministrazione Comunale di Brindisi. Chiariamo subito che il progetto è stato elaborato ed i lavori sono iniziati durante la precedente Amministrazione a guida Riccardo Rossi. Il problema è che proprio il centro destra, a partire da Fratelli d’Italia, aveva espresso dal primo momento forti perplessità sull’utilità dell’opera e sulla conduzione dei lavori. E la stessa cosa aveva fatto l’attuale assessore ai lavori pubblici Gianluca Quarta il quale all’epoca fece notare come questa pista ciclabile non aveva senso, soprattutto perché non inserita all’interno di un piano per la mobilità.

Quale migliore occasione, quindi, per far tornare il Comune di Brindisi sui suoi passi? E invece al momento non si muove foglia. Certo, annullare un’opera pubblica non è semplice, tanto più perché poi bisogna restituire il finanziamento ricevuto.

In questo caso specifico, però, ci troviamo di fronte ad una totale inadempienza da parte dell’impresa appaltatrice che non ha rispettato i tempi di esecuzione dei lavori, così come non è in condizioni di tenere il cantiere in sicurezza, tanto è vero che si sono già verificati degli incidenti. La strada più semplice da percorrere, pertanto, sarebbe quella di revocare l’appalto, in maniera tale da dover affrontare in un secondo momento solo il recupero del denaro impiegato fino a questo momento, peraltro a danno della stessa impresa, riscuotendo la polizza assicurativa.

Sta di fatto che da novembre dello scorso anno ad oggi viale Aldo Moro, l’unico accesso decente alla città, è stato stravolto ed è diventato per molti versi un pericolo a cielo aperto per automobilisti e pedoni.

Certo, adesso occorre una scelta di coraggio, ma amministrare una città significa anche questo e quindi l’Amministrazione-Marchionna è chiamata a fornire risposte precise agli abitanti ed ai commercianti della zona, così come a tutti i cittadini che hanno apertamente contestato un’opera pubblica che non ha davvero motivo di esistere.

Mimmo Consales

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