Agricoltura

Consorzio Unico, debiti e tributi gli scogli da superare

BARI – Non sarà un passaggio semplice quello che, nei prossimi cinque mesi, porterà alla nascita del Consorzio Unico Centro-Sud Puglia. Lo scoglio più grande da superare è la posizione debitoria, strettamente legata al tributo 630 che sarà richiesto anche per il 2022 e per il 2023.

Nella lunga relazione presentata dalla struttura commissariale, si affrontano tutti i nodi. Si è tentato, anzitutto, di snellire il personale. Ma non solo i 278 dipendenti totali sono insufficienti al punto da rendere impossibile i pre-pensionamenti come richiesto, ma ne servirebbero altri 151. Troppi, si legge. Al più se ne assumeranno una cinquantina.

Fatto sta che il nodo più grande da sciogliere, come detto, sono i debiti. Dagli ultimi bilanci approvati emerge nel dettaglio che il consorzio Stornara e Tara porta con sé un buco da 51 milioni di euro, 53 milioni il Consorzio Terre d’Apulia, 25 milioni circa Ugento Li Foggi e 18 milioni l’Arneo. Un debito ridotto di una sessantina di milioni di euro totali ma ancora enormemente alto. Tant’è che il tentativo del commissario straordinario, che traghetterà anche la nascita del Costituendo Consorzio Unico Centro Sud-Puglia e per il quale è stato chiesto anche supporto all’avvocatura regionale, è di concordare un abbattimento del debito con Acquedotto Pugliese e ex Eipli. Non tralasciando la richiesta di demandare riscossione ed estinzione del debito al nuovo consorzio. Cosa che, però, non convince giacché farebbe nascere il nuovo ente con gli stessi problemi di quelli estinti.

L’altro punto critico è relativo alla riscossione del tributo 630. Gli agricoltori non ne vogliono sapere, forti del fatto che non ricevono un servizio adeguato, ma la Regione e di conseguenza i Consorzi su questo tirano dritto: arriveranno entro breve le cartelle del 2022 e del 2023. Intanto i conti dicono che Arneo deve riscotere 296mila euro di tributi, 81mila euro Stornara e Tara, 115mila euro Terre d’Apulia e 277mila euro Ugento Li Foggi.

Cinque mesi che sembrano pochi per risolvere questioni che si trascinano da oltre dieci anni.

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