Attualità

Condizionatori rotti a “Infettivi” del Vito Fazzi, disagi e proteste

LECCE – Quasi una settimana senza condizionatori, pazienti soffocati dal caldo, costretti a trovare refrigerio con lenzuola bagnate, ghiaccio sintetico avvolto nelle federe e ventilatori portati da casa dai familiari per fronteggiare una situazione ai limiti dell’umana sopportazione, viste le temperature di ben oltre i 40 gradi di questi giorni. Siamo all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, divisione Malattie Infettive ed Emergenza Covid, primo e secondo piano di un nosocomio che quasi ogni giorno deve fare i conti con criticità che mettono a dura prova pazienti, personale medico e paramedico, operatori socio sanitari. Criticità come appunto quella che si è verificata nel Reparto Infettivi e al momento rientrata dopo l’intervento della direzione generale della Asl e dei tecnici che hanno ripristinato l’impianto di raffreddamento. Ma sono stati giorni di inferno, difficili da affrontare, come afferma chi in quel reparto lavora o ha ancora ricoverato un familiare. “Quanta sofferenza per gli oltre 22 pazienti ricoverati; aria irrespirabile, alcuni che si sentivamo male per il caldo intenso”, dice un’operatore sanitario. Che aggiunge: “abbiamo cercato di portare sollievo con lenzuOla bagnate e ghiaccio sintetico preso dalla farmacia di questo nosocomio. Poca cosa, ma almeno è stato un piccolo aiuto. Anche i familiari hanno cercato di fare qualcosa, portando ventilatori, ma è stata poca cosa, visto che l’aria continuava ad essere calda ed irrespirabile. Abbiamo cambiato tante volte le lenzuola, fradice di sudore, tanto da rimanere senza a fine giornata”. Nel frattempo di quello che accadeva nel reparto Infettivi, è stata comunque informata la direzione sanitaria, che ha avviato l’iter per riportare la situazione alla normalità. “Adesso l’emergenza sembra essere rientrata, i condizionatori funzionano anche se, riferiscono, non a pieno regime”, fa sapere un operatore sanitario. Ma questo, dicono, non è l’unico problema. “Siamo costretti a turni massacranti, il personale è carente, e questa situazione diventa sempre più difficile”, conclude, quasi con rassegnazione, un altro operatore.

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