Attualità

Cani sfruttati e maltrattati, animalisti dal sindaco

LECCE – Cani maltrattati e venduti per pochi euro nel cuore di Lecce. Adesso si apre un piccolo spiraglio per mettere la parola fine a questo orrore, come denunciato nel nostro reportage, che va in scena quotidianamente nelle strade del centro cittadino, da via Trinchese a corso Vittorio Emanuele e sino al monumento dei caduti, divenuto ormai il quartier generale di senza fissa dimora con cani e cuccioli al seguito da vendere anche per poche decine di euro. Questa mattina, infatti, i responsabili di alcune associazioni animaliste, che da mesi portano avanti una vera e propria battaglia contro questo scempio quotidiano, hanno incontrato il sindaco Carlo Salvemini. Al primo cittadino hanno consegnato una corposa documentazione fotografica, ma anche tantissimi video, a testimonianza di quello che ogni giorno accade in città: cani presi a calci, usati come pupazzi per chiedere l’elemosina, mentre giacciono inermi per strada perché sedati con birra e alcolici, adagiati quando va bene su stracci, oppure il più delle volte a contatto con l’asfalto rovente di questi giorni. Le associazioni hanno chiesto interventi tempestivi da parte dell’amministrazione comunale e dei vigili urbani, ma hanno chiesto soprattutto di mettere la parola fine a questo orrore. Orrore a cui anche nel pomeriggio di giovedì ha dovuto assistere chi si è trovato a percorrere l’affollatissima via Trinchese, dove un altro cucciolo, pitt bul,l era riverso privo di conoscenza accanto al proprietario. L’incontro a Palazzo Carafa, è però soltanto il primo passo da parte degli animalisti per tentare di mettere la parola fine a questa situazione. Altre iniziative potrebbero infatti essere messe in atto nei prossimi giorni. Sulla questione, inoltre, erano intervenuti, proprio nelle scorse ore, il coordinatore cittadino del Movimento regione Salento Giancarlo Capoccia e la responsabile del dipartimento creature non umane dello stesso movimento, Stefania Mello, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione.

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