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Taranto: la CGIL lancia la campagna “Liberi da violenza” anche nei luoghi di lavoro

TARANTO – Pensare femminile, pensare in termini di politiche di genere, è programmare il futuro, anche di chi non è donna. Ne è convinta la segreteria della CGIL di Taranto che alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, racconta attraverso i numeri la violenza palese e soprattutto quella nascosta che genera paura, isolamento, precarietà. Così la CGIL di Taranto recupera gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la immerge nel tessuto sociale, economico e produttivo della provincia di Taranto. I sei domini chiave per misurare la condizione delle donne sono: potere, lavoro, conoscenza, salute cultura e violenza. Giunte comunali, dirigenza medica e primari sono quasi sempre uomini. Su 26 sindaci in totale nella provincia di Taranto, solo 3 sono donne. 55 sono i primari, mentre solo 12 le primarie. Nella provincia di Taranto le donne ancora una volta non sfondano il tetto di cristallo, malgrado molto spesso la loro preparazione scolastica e il rendimento negli studi pre e post laurea sia di molto superiore a quello dei loro colleghi maschi. Sul tema lavoro Taranto rileva una ferita ancora più profonda. Le donne che lavorano sono poco più di 52mila rispetto agli oltre 104mila uomini. I disoccupati sono complessivamente 27mila, 15mila donne e 12mila uomini. Un dato che si sovverte completamente quando si indaga, ad esempio, sul numero delle famiglie mono-genitoriali. Nella sola città di Taranto sono in tutto 14.551, di cui quasi 11mila costituite da donne sole con i loro figli.

Sono i dati della violenza, quelli censiti, che purtroppo continuano a consegnare una fotografia in negativo della condizione della donna in provincia di Taranto. Si comincia dai dati relativi all’accesso ai CAV (Centri Antiviolenza). Nel 2021 le donne che si sono rivolte ai Centri sono state 312, solo il 67,9% di loro lo ha fatto spontaneamente. Il 32,1% ha avuto bisogno di una segnalazione da parte dei servizi sociali. I dati raccolti tra la Procura di Taranto e le forze dell’ordine sono sommari (il censimento è ancora in corso – ndr). Per reato di stalking le donne che hanno denunciato tra il 2020 e il 2022 sono 881. Per maltrattamenti le donne che hanno denunciato uomini, fidanzati, conviventi, sono state 1093. 446 sono le donne che nel 2022 si sono rivolte alle forze dell’ordine (censita solo un’arma) per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Non sappiamo quanti di questi SOS si siano trasformati in processi e condanne. Con la campagna nei luoghi di lavoro, parte dunque il progetto “LIBERI DA VIOLENZA”, perché pensiamo – dice Tiziana Ronsisvalle – “che spesso sia anche l’omertà a condannare chi subisce abusi o prevaricazioni, e i luoghi di lavoro diventano un osservatorio privilegiato per stare accanto alle donne, ma soprattutto parlare agli uomini”. Un processo capovolto quello della CGIL che gli uomini violenti intende isolare, invitando alla denuncia e offrendo ascolto, ma soprattutto creando le basi per l’avvio di una cabina di regia interstituzionale e di un Osservatorio per l’integrazione delle politiche per la parità di genere, che serviranno ad indirizzare le scelte politiche, economiche e sociali del territorio.

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