Ambiente

Allarme incendi ulivi secchi per xylella mai espiantati: migliaia di roghi

SALENTO – Inizia la stagione degli incendi boschivi. Non che si siano fermati durante l’inverno, ma ora arriva il periodo peggiore. E, secondo il report 2021 dei Vigili del Fuoco, sono stati quasi 25mila gli incendi in Puglia, con 6.221 interventi solo in provincia di Lecce, dove oltre ai VVFF, interviene anche la Protezione Civile, quindi è immaginabile che gli episodi siano, in realtà, oltre il doppio. E’ decisamente allarme incendi a Lecce, dove i roghi sono favoriti certamente dal caldo, ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli ulivi secchi per la Xylella, con centinaia di ettari divorati dalle fiamme “e migliaia di ulivi che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi”. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in riferimento al primo rogo scoppiato nel Bosco di San Biagio al confine tra il territorio di Melendugno e quello di Calimera. “Una strage che si ripete ogni anno lasciando – sottolinea la Coldiretti Puglia – paesaggi lunari nel Salento, dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio, come quello del Salento leccese, ricco di luoghi di straordinaria bellezza”.

“Gli agricoltori chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.

“Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. L’abbandono era inevitabile e va invertita la rotta senza perdere altro tempo”, aggiunge Pietro Piccioni delegato confederale di Lecce.

Colpa dei ritardi nell’autorizzazione degli espianti. Dopo 9 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia. Serve l’autorizzazione regionale che consenta di eliminare gli ulivi secchi senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande dell’articolo 6, con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.

Gli agricoltori chiedono di espiantare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

Articoli correlati

Cerano a gas, Enel promette ricollocazione di tutti i lavoratori

Redazione

A ruba i giovani ulivi di Leccino e Favolosa: “Mercato parallelo delle piante resistenti a Xylella”

Redazione

Colacem: l’impegno per la Sicurezza sul Lavoro

Redazione

Interventi ambientali rinviati all’Ilva, Regione impugna decreto del premier

Redazione

Samsara, il Consiglio di Stato scrive la parola fine

Redazione

Impennata di diossina a Taranto: nuovi dati e nuovo allarme

Redazione