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L’inchiesta sul clan Moccia tocca anche la Puglia, arrestati due politici: Guido e Finocchio

LECCE – Secondo la Procura di Napoli il clan Moccia, la più grande impresa camorristica in attività, aveva ramificazioni nei settori dei petroli, rifiuti, appalti ferroviari, costruzioni e compravendite immobiliari. Un giro d’affari che avrebbe coinvolto anche la Puglia, tanto che al margine dell’inchiesta sul clan, nelle scorse ore sono scattati i domiciliari per due politici locali: si tratta dell’ex assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido (attualmente consigliere d’opposizione) e dell’ex vicepresidente del Consiglio comunale barese, Pasquale Finocchio.

Il blitz è stato eseguito dai carabinieri del Ros: in tutto 36 persone sono finite in carcere, 16 ai domiciliari e sono scattati anche cinque divieti temporanei di esercitare attività d’impresa.

I destinatari delle misure sono indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione e favoreggiamento. Tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia.

I fatti contestati ai pugliesi Guido e Finocchio risalgono, in entrambi i casi, al 2017 e riguarderebbero l’affidamento di appalti in favore di personaggi riconducibili al sodalizio mafioso.

A Guido è contestato il reato di corruzione con l’aggravante di aver favorito il clan. «In qualità di assessore all’ambiente del Comune di Lecce sino al luglio 2017 – si legge nel capo di imputazione – per l ’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri, indebitamente riceveva la somma in contanti di € 2.500,00 (quale anticipo di una somma concordata pari a € 5.000,00) da Salierno Mario, D’Elia Giuseppe e Di Sarno Francesco, al fine di far acquisire alle imprese di quest’ultimo (braccio operativo economico del clan Moccia) l’affidamento del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto nella città di Lecce e negli altri Comuni rientranti nel Consorzio dell’ARO 1/Le. Il tutto escludendo la Ilsap Power Oil srl che, in collaborazione con Monteco, gestiva in precedenza la raccolta dell’olio presso l’isola ecologica della città di Lecce. Condotta questa – si legge ancora – esercitata nella comune consapevolezza e volontà di agevolare l’affermazione degli interessi economici e del potere economico-criminale del clan Moccia in Puglia».

La segreteria provinciale del partito di Guido, che attualmente ricopriva la carica di consigliere di Fratelli d’Italia a Palazzo Carafa, in mattinata ne ha disposto l’immediata sospensione: “Auspichiamo che si possa fare chiarezza in tempi brevi su questa vicenda giudiziaria – si legge in una nota – e che possa dimostrare la sua estraneità a qualsivoglia condotta illecita“.

Domiciliari poi anche per l’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio: su du lui pende l’accusa di traffico di influenze illecite. Stando a quanto emerso dalle indagini, approfittando della sua posizione, avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra imprenditori, sempre per favorire gli affari dei Moccia.

L’indagine della Procura napoletana, nella sua interezza, ha delineato l’assetto e il modus operandi dell’organizzazione mafiosa, organizzata su diversi livelli di comando e di competenza territoriale. Ai vertici i fratelli Angelo, Antonio e Luigi Moccia, sostenuti dal cognato Filippo Iazzetta.

Tra gli affiliati, anche imprenditori attivi nel settore del recupero degli olii esausti di tipo alimentare e degli scarti di macellazione, nonché nei grandi appalti ferroviari e dell’alta velocità, cui avrebbero impartito direttive e fornito ingenti provviste derivanti dall’accumulazione illecita, nel tempo, di ingenti capitali. Oltre agli arresti dei carabinieri, gli uomini del Nucleo Gico della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo temporaneo d’urgenza di beni mobili, immobili e di quote societarie riconducibili ad sodalizio, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 150 milioni di euro.

E.F.

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