AttualitàEvidenza

La guerra nel cuore dell’Europa: mobilitazione per la pace anche nel Salento

SALENTO – Si dicono “increduli”: anche tra gli ucraini che vivono in Puglia, tensione e preoccupazione sono altissime. Temono per i propri familiari rimasti in patria, in quel cuore della vecchia Europa ripiombato all’improvviso nella guerra e che vive “le ore più buie” dal secondo conflitto mondiale in poi. I gruppi social sono in fermento, come quello di “Ucraini di Puglia e Basilicata”: si organizzano sit in, si diffondono i contatti dell’ambasciata, da chiamare in caso di bisogno.

Anche nella comunità russa che vive nel territorio c’è spaesamento: in pochi pensavano che davvero si sarebbe giunti a questo punto, ma nel tempo le posizioni diverse, anche su questa questione, hanno scavato dei solchi profondi. Non è un caso che i russi, benché pochi, abbiano quasi smesso di frequentare la Chiesa ortodossa di Lecce, dove le funzioni continuano ad essere partecipate soprattutto da rumeni, oltre che da greci, e da pochissimi ucraini.

Papa Yannis, rettore della Chiesa greco-ortodossa di San Nicola a Lecce, che dipende dal patriarcato di Costantinopoli, pesa le parole:Bisogna essere prudenti, l’uomo di chiesa non deve occuparsi di politica”, dice, raggiunto telefonicamente. Sa che tra i suoi fedeli ci sono anche ferventi nazionalisti e già “le chiese sono fredde”. I momenti di preghiera, al di là di quelli canonici, sono programmati per il periodo di preparazione alla Pasqua, per ora non ne sono previsti appositi. Si terranno sabato sera, invece, a Bari, dove è radicata la presenza della Chiesa Russa, sulla tomba di San Nicola di Myra, “come strumento capace di disarmare l’inimicizia”.

Nelle diocesi cattoliche, il 2 marzo, mercoledì delle ceneri, si terrà la Giornata di preghiera e digiuno, come proposto da papa Francesco che ha lanciato l’ennesimo appello a deporre le armi.

 Intanto, a Lecce, sabato mattina, alle 11, si terrà un presidio per la Pace in Piazza Sant’Oronzo, con tantissime associazioni della provincia che hanno già dato la propria adesione.

Si guarda, poi, ai danni economici: le prime ripercussioni sui trasporti e la logistica hanno già paralizzato in queste ore alcune aziende locali. “E’ già esploso il tema dei rincari energetici, che hanno impatti terribili e senza precedenti sulle nostre imprese – dice Nicola Delle Donne, reggente di Confindustria Lecceora andranno verificate le conseguenze sull’import-export”.

La Camera di Commercio leccese è al lavoro per capire il volume degli affari che rischia di essere colpito: verso la Russia, e ancora meno verso l’Ucraina, il mercato locale ha pochi sbocchi, ma comunque le esportazioni sono in costante aumento a partire dal 2019. Riguardano circa il 3,5 per cento delle esportazioni totali (tra gennaio e settembre 2021, un totale di 500milioni di euro) e riguardano soprattutto il settore delle apparecchiature e macchinari. Preoccupa, però, ancora di più l’effetto domino che la crisi potrebbe avere rispetto ad altri Paesi europei ed extraeuropei, Cina in primis, con cui gli scambi commerciali sono più intensi.

TIZIANA COLLUTO

Articoli correlati

Ilva vuole spostare il processo a Roma. Il Tar Lecce deciderà il 6 marzo. Emiliano: “Vado avanti ma supportatemi”

Redazione

Vaccino Covid, le dosi in arrivo a marzo non basteranno per completare over80 e scuola

Redazione

La Puglia per la parità, all’evento finale Dory Colavitto: “denunciate”

Redazione

Controlli a tappeto per il Ponte del 25 aprile

Redazione

Via Principi di Savoia, l’asfalto della discordia

Redazione

Bollettino covid: 6.275 i nuovi casi in Puglia

Redazione