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Ex Ilva, l’OMS conferma : “Emissioni causa di eccesso di mortalità”

TARANTO – Le emissioni nell’aria dell’impianto ex Ilva, rispetto alla concentrazione di Pm 2.5, sono causa di eccesso di mortalità e altri impatti negativi sulla salute “. Lo ha stabilito il “Rapporto di valutazione di impatto sanitario per gli scenari produttivi dell’acciaieria di Taranto”, tra il 2010 e il 2015 condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità.

“L’impatto degli impianti” ex Ilva, dal 2010 al 2015, sull’ambiente e la salute dei cittadini “è stato considerevole ma non del tutto caratterizzato. Mentre le emissioni dirette nell’aria sono relativamente ben monitorate, si sa meno di altre vie di esposizione, come l’inquinamento di suolo e acqua”.

Condotto dall’OSM e commissionato dalla Regione, il Rapporto di Valutazione di impatto sanitario per gli scenari produttivi dell’acciaieria di Taranto. Presenti alla conferenza stampa di presentazione, oltre al presidente della regione Puglia Michele Emiliano, Francesca Racioppi, Direttrice del Centro Europeo per l’ambiente e la salute dell’OSM, Marco Martuzzi, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità; Giovanni Rezza Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute e Cosimo Nume, Presidente dell’ordine dei Medici di Taranto.

Tre gli scenari di emissioni presi in considerazione dagli esperti, partendo dal 2010, quindi pre AIA, quando la presenza di Pm2.5 è di 1,98 microgrammi al metro; al 2012 quando è di 1,3; fino allo scenario post Aia dal 2015 quando è di 0,44.

Dalle mappe si sovrappongono e si ottengono le sitime del numero di decessi, le morti premature per anno. E si considerano , ovviamente le cause non accidentali di morte della popolazione adulta (oltre i 30 anni) . “Le stime di questo rapporto sono pienamente in linea con le valutazioni della Regione Puglia”, è stato detto “e dimostrano l’esistenza di un misurabile danno alla salute dei tarantini dovuto alle attività industriali. Secondo l’OMS è chiaro che l’acciaieria di Taranto, pur rappresentando un’importante risorsa per il Paese in termini di economia e occupazione, “ha da diversi decenni un impatto ambientale negativo, con notevoli emissioni di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate come la stessa città di Taranto e i Comuni circostanti”. Nel dettaglio, per l’area oggetto della Valutazione di Danno Sanitario, il Rapporto calcola in circa 270 morti premature (ma il range arriva fino a 430 decessi evitabili; intervallo annuo 27-43 morti premature) nei soli dieci anni relativi allo scenario produttivo pre-AIA 2010. Se fossero invece applicate le prescrizioni previste dall’AIA 2015, le morti premature non supererebbero le 50 unità (con un range fino a 80 decessi; intervallo annuo 5-8 morti premature) . Le stime di impatto per lo scenario produttivo intermedio rappresentato dall’AIA 2012 sono più alte del 255% rispetto ai risultati post-AIA (2015), ma inferiori del 37% rispetto ai valori pre-AIA (2010). L’OMS ha anche quantificato il danno economico dovuto alla mortalità prematura per l’area metropolitana di Taranto, pari ad almeno 85 milioni di euro l’anno per la situazione pre-AIA 2010, che passerebbe a 53 milioni di euro per lo scenario produttivo intermedio dell’AIA 2012 e rimarrebbe comunque a 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post-AIA 2015.

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