Attualità

Manovra Draghi, in migliaia in piazza anche a Bari

BARI – “Se non scioperiamo ora, quando dovremmo farlo?”. Così dal palco allestito in piazza Libertà, a Bari, i sindacati rispondono a chi riteneva inopportuno bloccare il Paese a metà dicembre.

Si sono dati appuntamento in migliaia a Bari, una delle cinque piazze italiane, da 4 regioni, Puglia, Basilicata, Calabria e Molise per aderire allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del governo Draghi. “Oggi l’obiettivo – ha commentato Domenico Proietti, segretario confederale Uil – è cambiare questa legge di bilancio che non è adeguata alle esigenze del lavoro. Non è adeguata sul versante del lavoro perché – ha proseguito – la ripresa in atto è molto importante ma continua a produrre occupazione instabile e precaria. Invece c’è bisogno – ha aggiunto – di una buona e stabile occupazione”.

“Il Mezzogiorno è scomparso dall’agenda politica – ha detto la segretaria confederale Cgil Gianna Fracassi – in piazza oggi ci sono lavoratori, pensionati e tanti studenti, sono il Paese in carne e ossa, ascoltatelo“.

Problemi che si ripercuotono anche in Puglia. “L’occupazione continua ad essere precaria – ha commentato Pino Gesmundo, segretario Cgil Puglia – i giovani continuano a dover andare via dai nostri territori. Quindi, intanto il lavoro, l’occupazione, il lavoro stabile e non ultime le pensioni”. “Vogliamo più equità fiscale – ha aggiunto Franco Busto, segretario Uil Puglia – vogliamo pensioni diverse perché i lavori sono diversi, vogliamo una buona sanità per la scuola. Non abbiamo trovato questo nella finanziaria, l’abbiamo chiesto con garbo. Questa è l’ennesima dimostrazione che la politica è staccata completamente dal Paese”.

Massiccia l’adesione anche del Salento. “Anche lavorando non si arriva a fine mese – aggiunge Valentina Fragassi, segretaria confederale Cgil Lecce – noi ci aspettavamo dal governo un vero cambio di passo, una attenzione al mondo del lavoro, quel mondo del lavoro che ha retto una pandemia devastante, in Italia e nel mondo. Le risposte non arrivano soprattutto dal punto di vista fiscale, chi ha meno continua a prendere meno e chi già ha continua a prendere di più. Questa – conclude – non è una risposta accettabile per noi”.

La piazza piena è il sintomo di una alta adesione allo sciopero che è stata via via dettagliata dal palco. Numeri che superano il 60 percento di adesione all’Ilva di Taranto, molto di più nelle Ferrovie del Sud Est, altissimi anche per le industrie con percentuali che arrivano anche al 91 percento. Ma in piazza c’è anche il mondo della scuola e dell’università. Come l’Udu di Lecce. “Gli studenti – spiegano –  hanno deciso di scendere in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti di una Legge di Bilancio che non aveva previsto nessuno intervento per l’università, e di un PNRR che non contengono investimenti e cambi di prospettiva sui grandi temi che investono questa generazione.

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