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Sanità, disavanzo coperto ma si spinge sul Governo per la restituzione delle somme

BARI – I 200 milioni di euro di debito sono stati interamente coperti. Il commissariamento è evitato. Ma i problemi no. Perché la coperta è quella e se la si sposta da una parte, vuol dire che bisogna scoprirne un’altra. Quindi l’obiettivo è farseli restituire dal governo centrale.

Parliamo del debito della sanità pugliese che, a causa del covid, ha pesato e pesa ancora sul bilancio della Puglia. Un problema di cui vi abbiamo più volte parlato perché è stato il governatore Michele Emiliano stesso a fare appello al Consiglio regionale affinché si possa dare vita ad una azione comune per convincere il governo a renderli.

Ricapitoliamo la questione: per affrontare la prima e le successive ondate di covid, il governo centrale, anche attraverso la struttura commissariale, ha chiesto alle Regioni di affrontare delle spese precise. Il punto è che inizialmente quei soldi anticipati dovevano essere restituiti. Ma il governo stesso ha poi comunicato di non avere più risorse per restituire le anticipazioni. Bisognava che le Regioni provvedessero da sole a far quadrare i conti, senza debiti però, perché senza equilibrio di bilancio, sarebbero state commissariate. Di qui l’appello di Emiliano al Consiglio e nel frattempo le contrattazioni per ottenere una mediazione, con i Ministeri e in Conferenza Stato-Regioni, giacché il problema è comune a tutte. Alla fine il disavanzo è stato coperto: 28 milioni dai fondi GSA (Gestione Sanitaria Accentrata), 44 milioni di euro attraverso l’integrazione di finanziamenti, 79 milioni attingendoli dal payback farmaceutico, le restanti somme recuperandole dal riparto, dai residui Gsa degli anni precedenti e prendendoli dal bilancio autonomo regionale. La situazione dettagliata è stata illustrata in Commissione bilancio dal responsabile della Protezione civile regionale Mario Lerario che ha spiegato come dei 194 milioni di euro, 110 sono stati spesi dalla protezione civile. Il Governo ha ripartito tra le Regioni 1 miliardo di euro per l’emergenza iniziale nel 2020. Alla Puglia 10.826.000 di euro, meno di altre Regioni: i criteri di rendicontazione l’hanno penalizzata, essenzialmente per il termine temporale adottato dallo Stato, ha spiegato Lerario, con la copertura riconosciuta fino all’8 aprile 2020. Il picco della pandemia in Puglia è stato successivo e questo ha creato la differenza.

Comunque il buco è stato tamponato. Tutto risolto? No. Perché a cominciare dal payback, ha spiegato Lerario, il problema è “che una volta destinati alla copertura del disavanzo, non sono più utilizzabili per altro”.

Quindi ora l’obiettivo è ancora puntare alla restituzione di tutte le somme, attraverso una azione unitaria del Consiglio regionale. Ma prima si passerà attraverso un’altra audizione congiunta delle Commissioni Bilancio e Sanità  perché i dubbi dei commissari sono ancora molti, a cominciare da quelli del capogruppo di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo che, dopo aver letto le tabelle di rendicontazione fornite dalla Protezione Civile, ha obiettato che la spesa totale sembra essere di 250 milioni di euro non di 194 milioni. Se ne capirà di più lunedì prossimo.

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