LECCE – Sono terminati i lavori di restauro conservativo della colonna di Piazza Sant’Oronzo. Lo smontaggio delle impalcature è cominciato questa mattina e sarà completato in pochi giorni, restituendo alla città la vista di uno dei beni monumentali caratterizzanti la piazza principale.
“Confrontarsi con il deperimento e i conseguenti interventi di restauro dei beni monumentali è una fatica necessaria per tutte le città d’arte – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – L’attesa, però, è sempre ben ripagata quando finalmente le coperture vengono rimosse, e la bellezza ritrova vigore. Ringrazio quanti hanno lavorato a questa impresa importante, presto daremo notizie anche sulla realizzazione della copia della statua di Sant’Oronzo, che sarà collocata sulla colonna”.
“È stato un restauro più lungo del previsto, che ha dovuto subire rallentamenti e intoppi, ma finalmente è completato, la colonna può tornare a caratterizzare la piazza in tutto il suo splendore, in attesa della collocazione di un copia della statua di Sant’Oronzo sulla sua sommità – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Nuzzaci – Dopo il vaglio di diverse soluzioni tecniche, siamo vicini alla definizione dell’accordo attraverso il quale commissioneremo i lavori di riproduzione, ai quali tutti potranno contribuire attraverso l’annunciata sottoscrizione degli stessi con Art Bonus. Il lavoro, dunque, prosegue”.
E non solo. Al post di Salvemini in cui ha avvisato la cittadinanza della fine dei lavori, ha commentato ironicamente anche il Primo Cittadino di Brindisi Riccardo Rossi così: Carlo ti dispiace se più tardi passo a prenderla?… In riferimento questo alla storica contesa tra Brindisi e Lecce sulla famosa colonna di Sant’Oronzo, una delle due colonne gemelle che terminavano la Via Appia e che i salentini ebbero in dono dai cugini brindisini per poi apporvi la statua del Santo patrono e farne il simbolo della città.
La battuta ovviamente è stata accolta con particolare simpatia ma come sempre accade sui social non è mancato chi ha preso la cosa sul serio riaprendo l’antica querelle.