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Consulenti esterni nelle Commissioni, scontro a suon di pareri legali

LECCE- Lo scontro sulle commissioni consiliari a Lecce si gioca a suon di pareri legali, come quello relativo alla possibilità di ospitare consulenti esterni, richiesto all’avvocato amministrativista Pietro Quinto da parte dei presidenti delle Commissioni di Controllo, i consiglieri di minoranza Giorgio Pala e Gianpaolo Scorrano.

La vicenda prende le mosse da una interpretazione del regolamento comunale richiesta dal consigliere di maggioranza Ernesto Mola al Segretario Generale del Comune, Anna Maria Guglielmi, in merito alla partecipazione di ospiti esterni alle Commissioni di Controllo. Il Segretario ha risposto affermando che i “consulenti che possono essere chiamati in audizione dalle Commissioni controllo e garanzia sono ‘soltanto quelli dell’ente’, ossia quelli incaricati formalmente dai dirigenti”.

Un tentativo di bavaglio, secondo l’opposizione, anche alla luce del fatto che tre anni fa il precedente segretario comunale Vincenzo Specchia era giunto a conclusioni diametralmente opposte.

Anche il parere reso da Quinto si discosta da quello dell’attuale Segretario: “Non è concepibile che un dirigente incarichi un consulente; sarebbe una contraddizione in termini – argomenta il legale – considerato che il dirigente non necessita certamente di un consulente proprio perché il dirigente è figura già in possesso di adeguata capacità professionale e, quindi, non dovrebbe avvalersi a sua volta di un consulente”. Dunque, il consulente non potrebbe che essere una figura esterna all’ente che, di volta in volta, la commissione può chiamare e sentire su determinate singole questioni, per “approfondire lo stato di attuazione di piani, programmi generali e settoriali. Un modo, tra l’altro, secondo Quinto, per garantire la partecipazione al procedimento amministrativo da parte di persone estranee all’amministrazione, ciò che la normativa da anni cerca di garantire.

La differenza tra consulenti ed esperti da poter convocare, poi, non starebbe nel fatto che entrambi sono esterni ma nel fatto che, mentre i primi sono portatori di interessi e sensibilità professionali, i secondi, invece, sarebbero persone di fiducia del gruppo consiliare che li designa.

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