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Otranto, per il Consiglio di Stato il dehor del ristorante è legittimo e non va smontato a fine stagione

OTRANTO – Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello della Soprintendenza e confermato la decisione del Tar Lecce di gennaio del 2016 che aveva dato ragione ai titolari del noto ristorante L’Altro Baffo in tema di dehor nel centro storico.
Tutto ha avuto inizio al momento della sostituzione, da parte dei titolari del pubblico esercizio nel centro storico di Otranto, dei vecchi gazebo con i nuovi dehors previsti dal nuovo regolamento per l’arredo urbano e l’occupazione di aree pubbliche e private. Secondo la Soprintendente il dehor “costituirebbe, «con la sua sagoma, elemento di ingombro fisico e visivo ” e per questo era stato dato parere negativo all’installazione.
Contro tale parere i proprietari del ristorante avevano proposto immediato ricorso al Tar tramite l’Avv. Mauro Finocchito, ottenendone dapprima ordinanza di sospensiva in proprio favore, sulla base della quale la struttura era stata quindi installata, e poi sentenza confermativa dell’illegittimità del parere negativo della Soprintendenza e di annullamento dello stesso.
La Soprintendenza, tuttavia, non si era arresa ed aveva proposto, unitamente al Ministero per i Beni Culturali, appello.
Anche il Consiglio di Stato, però, ha dato ragione ai titolari del noto ristorante idruntino e, indirettamente, al Comune di Otranto.
Nella sentenza dei giudici romani si legge, infatti, che “Deve ritenersi che nel gravato parere soprintendentizio non sia stata adeguatamente colta la circostanza – rilevante sotto il profilo della completezza dell’istruttoria svolta da quell’amministrazione nonché, di conseguenza, sotto il profilo della valutazione dalla stessa operata in ordine alla compatibilità paesaggistica del ‘nuovo’ gazebo – che nell’area in questione preesistesse una struttura volta ad ospitare i clienti all’esterno del locale, per la cui realizzazione l’originaria ricorrente aveva a suo tempo già conseguito tutti i titoli abilitativi, e che la nuova richiesta fosse semplicemente diretta a rinnovare la struttura adeguandola alle prescrizioni che il Comune aveva indicato “

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