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Il killer confessa a notte fonda: “Sono stato io, da quanto tempo mi pedinavate?”

LECCE- la confessione di Antonio De Marco è arrivata alle prime luci dell’alba, nel corso di un interrogatorio durato circa due ore. “Da quanto tempo mi stavate pedinando?” ha chiesto agli inquirenti al momento dell’arresto, all’uscita del Vito Fazzi, dove frequentava gli studi di Scienze Infermieristiche. Non ha negato di essere il killer di Eleonora Manta e di Daniele De Santis, ha ricostruito la fase della preparazione e quella dell’azione, poco o nulla invece sul movente. Ma durante l’interrogatorio avrebbe pronunciato una frase choc: erano troppo felici.

A chiarire i dettagli di una settimana di indagini su quello che è ormai il reo confesso dell’omicidio dei due fidanzati il comandante provinciale dei carabinieri di Lecce Paolo Dembech.

Un insospettabile, un ragazzo descritto da tutti schivo e mansueto, senza precedenti penali, che quando ha agito era lucido: niente alcol o droga, nessuna sostanza che avesse potuto alterare il suo stato psico fisico. Cosa gli ha provocato tanto rancore? Cosa lo ha portato a tanta ferocia? Forse l’invidia per la felicità dei due ragazzi? Non si esclude nulla, nemmeno la gelosia nei confronti dell’uno o dell’altra. Ma la pista passionale al momento è la meno battuta. Sul movente il killer non ha voluto dire nulla, ed è difficile pensare che tanto sangue sia stato versato per dei dissidi tra inquilini. Non è escluso che una confessione piena possa arrivare durante l’interrogatorio di convalida del fermo che il gip Michele Toriello fisserà nelle prossime ore. Ad inchiodare l’assassino elementi inconfutabili raccolti in una settimana di indagini da un pool formato dai magistrati Maria Consolata Moschettini, Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Cataldi, coordinati dal procuratore Leonardo Leone De Castris, e dai carabinieri del Reparto Operativo, del Nucleo Investigativo di Lecce, del Ros.

Il killer ha usato un coltello da caccia acquistato qualche giorno prima. Se ne è disfatto dopo la fuga, perché dell’arma è stato ritrovato solo il fodero.  Nell’abitazione di via Flaming, presa in affitto insieme ad altri studenti dopo aver lasciato via Montello, Antonio De Marco è ritornato la sera dell’omicidio e ha ripreso la sua vita normale, dividendosi tra casa e il tirocinio, che frequentava anche con profitto. La famiglia del 21enne non è stata al momento ascoltata. Il padre è in pensione, e nei ritagli di tempo coltiva un terreno. La madre è una casalinga, ha anche una sorella più grande.

 

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