LECCE – I rappresentanti di diversi gruppi di commercianti ambulanti sono stati ricevuti in prefettura. Categorie già in difficoltà che, con l’emergenza Covid e i decreti per contenere il contagio, stanno soffrendo moltissimo.
L’UFS, unione Feste e Sagre, che rappresenta tutto l’indotto intorno a queste manifestazioni, ha ribadito la difficoltà dei lavoratori per il mancato inserimento delle loro attività tra i codici ATECO che hanno potuto riprendere a lavorare nella cosiddetta “fase 2” dell’emergenza. A loro, invece, non è consentito ripartire.
È stata poi la volta di CasAmbulanti, associazione che rappresenta molti mercatali.
L’ultimo decreto consente la vendita al dettaglio dei soli generi alimentari; chi ha chiesto udienza in prefettura lamenta, però, il fatto che non in tutti i comuni della provincia di Lecce sono stati riaperti i mercati. Chiedono anche un sostegno maggiore, un bonus in più rispetto ai 600 euro previsti.
Nel primo pomeriggio, poi, sempre ai piedi della prefettura di Lecce in Via XXV Luglio, si è riunito un gruppo di venditori ambulanti in un incontro estemporaneo.
Sono gli ambulanti itineranti, che vendono perlopiù frutta e verdura. Loro, secondo il DPCM, non possono ancora tornare operativi e per questo sono in gravissima difficoltà. Per loro, al momento, non c’è la possibilità di ripartire. La ripresa dell’attività è infatti consentita solo ai venditori di prodotti alimentari che hanno una postazione fissa in un mercato e non a chi opera su aree pubbliche diverse. Si tratta, dunque, di una serie di situazioni al limite. Di padri e madri che hanno bisogno di un sostegno non più rimandabile.