Parole che si accavallano, botta e risposta tra i vari palazzi, video conferenze che si susseguono, il calcio è nel caos non solo per il Coronavirus ma perché le distanze tra le parti sembrano enormi anche se il tema principale che tutti professano è sempre uguale: la salute prima di tutto.
E se da un lato c’è la Federcalcio con il presidente Gravina che spinge sempre per la ripresa del campionato anche a giugno e luglio, così come il presidente della Lega A Dal Pino, sull’altro fronte ci sono il Ministro dello Sport Spadafora e il presidente dell’Assocalciatori Tommasi che guardano con crudo realismo l’attuale situazione.
E l’idea di uno stop totale dei campionati inizia a farsi largo.
“Proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura anche agli allenamenti. Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico”. ha dichiarato il Ministro dello Sport.
“Dopo le parole del ministro Spadafora la preoccupazione che si chiudano qui i campionati c’è: occorre quindi porsi il problema della chiusura della stagione da un punto di vista sportivo, dei contratti, insomma formale – ha affermato Tommasi – Sul taglio degli stipendi cerchiamo se possibile una soluzione comune. la Juve è andata avanti ma non ci ha colto di sorpresa, sapevamo tutto e non ci sentiamo delegittimati: se non ci sono contenziosi tra club e giocatori, non siamo tenuti ad intervenire, se loro hanno trovato un accordo va bene così”, ha concluso il presidente dell’Assocalciatori.
Il taglio degli stipendi sarà tra gli argomenti più caldi sul tavolo delle video conferenze di questa settimana e la società di Agnelli ha già trovato un accordo con i propri tesserati per la riduzione ed ogni calciatore rinuncerà alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno per un risparmio totale da parte del club di circa 90 milioni.
Dunque la capolista del campionato di serie A ha aperto un solco, ha tracciato una strada, per tutti gli altri calciatori sarà difficile adesso non accettare la decurtazione.
Sull’argomento è intervenuto anche Gravina affermando che l’accordo raggiunto dalla Juventus è un esempio per tutto il sistema e che l’unità e la solidarietà nel mondo del calcio rappresentano la prima grande risposta all’emergenza Coronavirus che se non si dovesse tornare a giocare diventerebbe ancora più grave per le casse di tante società.
Vero è che ormai è giunto il momento di comprendere che, seppur teoricamente si provi a programmare ogni cosa, il futuro dipenderà dall’evoluzione del virus che ha messo in ginocchio il mondo, sarà quest’evento a dettare calendari ed agende. Dunque, allo stato attuale delle cose, è veramente difficile pensare ad una ripresa dei giochi.