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Trivelle, fuoco contro il M5S. La replica: “Bloccheremo i permessi”

SALENTO-Tutti contro il M5s: il via libera alle ricerche di petrolio al largo di Leuca scatena la tempesta contro il governo e, in particolare, contro Luigi Di Maio, il vicepremier che guida il Ministero dello Sviluppo Economico che ha formalmente rilasciato l’ok, come emerso dal Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse dell’ultimo dell’anno, reso noto dall’esponente dei Verdi Angelo Bonelli.

“Su questa ennesima eredità, così come sulle altre, daremo battaglia con una proposta che verrà presentata al decreto semplificazioni: un emendamento tale da bloccare l’iter di ben 40 titoli oggi pendenti”. È la replica del governo resa nelle scorse ore da Davide Crippa, sottosegretario Cinquestelle allo Sviluppo economico: “Le autorizzazioni concesse – ha spiegato – sono la conseguenza obbligata per legge dell’ennesima scelta assurda ereditata dal passato governo. E’ chiaro quindi che avevamo davanti due alternative: bloccare con forte rischi di impugnazione e non ottenendo alcun risultato, oppure lavorare per una proposta normativa in modo tale da porre fine al proliferare di richieste di trivellare il nostro territorio o i nostri mari.

Per quanto attiene i tre permessi di ricerca della società Global Med che interessano lo Ionio, il Ministero dell’ambiente ha ottenuto la valutazione di impatto ambientale favorevole nel 2017”. Impugnazione è annunciata dalla Regione Puglia. Al vetriolo il commento del governatore Michele Emiliano: “Di Maio e Costa come Renzi e Calenda. Con la differenza che almeno Renzi e Calenda erano dichiaratamente a favore delle trivellazioni, mentre Di Maio e Costa hanno tradito ancora una volta quanto dichiarato in campagna elettorale. Avrebbero potuto nel programma di governo e quindi nella legge finanziaria bloccare tutte le ricerche petrolifere in Italia, come avevamo sempre detto di voler fare. La mia solidarietà affettuosa a tutti i militanti del Movimento 5 Stelle della Puglia che purtroppo avevano creduto alle affermazioni su Ilva, Tap, trivellazioni e su tante altre cose che si stanno svelando speranze deluse per sempre. La Regione Puglia non farà un diverso trattamento al Governo Conte rispetto ai governi precedenti, non siamo persone che fanno due pesi e due misure a seconda delle convenienze. La Regione Puglia difenderà il suo mare in ogni sede e con tutti i mezzi disponibili”. Ancora più duro l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Stea: “Adesso invito tutti i rappresentanti delle istituzioni, tutti gli italiani, tutti i pugliesi alla mobilitazione attiva contro la politica assassina del nostro ecosistema messa in atto da questi dilettanti e falsi ambientalisti grillini. Altro che onestà, onestà”.

“Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”, ha fatto sapere il titolare dell’Ambiente, Sergio Costa, in un post su Facebook dove scrive che “i permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra “amica dell’ambiente”. Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise. Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto.  Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni”.

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