LECCE – Le firme sono 110, ma aumentano di giorno in giorno. E i nomi e i cognomi che scorrono l’uno sotto l’altro sono quelli di docenti di Diritto penale, di Procedura penale, di Diritto Costituzionale e degli avvocati dell’Unione delle Camere penali italiane. Firme autorevoli, anche da Lecce, quelle a chiusura della missiva indirizzata direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tema prescrizione.
I firmatari ribadiscono come vi siano alcuni diritti sanciti dalla Carta costituzionale che sono stati calpestati dalla norma che ha inteso modificare il regime della prescrizione dei reati. La richiesta è quella di «valutare i profili di incostituzionalità» della riforma (che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione), contenuta nel ‘ddl anticorruzione’ che è ormai legge. “Un appello forte e compatto – rimarca il presidente dell’Unione delle Camere penali, Silvio Verri – considerato che i dubbi portati all’attenzione anche del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non sono stati mai tenuti in considerazione“.
Quattro ‘nodi’ cruciali quelli sottolineati dalla lettera. Primo aspetto: la riforma si fa beffe della presunzione di innocenza. Secondo punto: la riforma rischia di ledere il diritto di difesa. Terzo aspetto: la riforma inciderà sulla durata necessariamente limitata e ragionevole del processo, che già allo stato attuale rappresenta una nota dolente. Quarto e ultimo aspetto: la riforma appare in conflitto con la funzione rieducativa della pena.
“Chiediamo che l’intervento normativo in materia di prescrizione sia riconsiderato – concludono i firmatari – nel quadro di una più articolata e complessiva riforma del processo penale, così come di una più ampia revisione del sistema punitivo ispirata ai principi di extrema ratio e del “minimo sacrificio necessario”, e a tutti i principi di ispirazione liberale che segnano il “volto costituzionale” del diritto penale“.