LECCE – Il presidente di Ance Lecce, Valentino Nicolì, arriva dritto al punto: l’aggiornamento del prezzario regionale pugliese, approvato lo scorso 16 maggio, mette in allarme l’intero comparto edile. “Assolutamente non congruo, ingiusto e fuori dal mondo” così lo definiscono le associazioni di categoria, che fanno muro compatto nel chiederne la revoca urgente. E questo perchè i prezzi stabiliti dalla Regione Puglia, che sembrano tra l’altro dimenticare i costi delle materie prime alle stelle consequenziali al conflitto russo-ucraino “sono stati tarati sulle rilevazioni percentuali, in aumento o diminuzione, del primo semestre 2021 – spiegano più nel dettaglio – in barba a quanto stabilito dal recente Decreto del Ministero delle Infrastrutture, che prevede una rilevazione prezzi basata sul secondo semestre, dunque con prezzi più vicini alla realtà del mercato attuale“.
E poi “non c’era alcuna fretta di pubblicare l’aggiornamento del prezzario – incalzano ancora – considerato che il Dl Aiuti stabiliva come scadenza ultima dell’aggiornamento infrannuale dei prezzi il prossimo 31 luglio“. Ed ecco che la gatta frettolosa ha fatto, inevitabilmente, i prezzi ciechi. A ciò si aggiunga il nodo irrisolto dei bonus e dei cassetti fiscali congelati.
In ballo non c’è soltanto la sopravvivenza di migliaia di imprese edili che rischiano il collasso. Ma anche la possibilità di partecipare alle gare d’appalto indette per fondi del Pnrr. “Partecipare a queste condizioni, sapendo di andare incontro a perdite piuttosto che a guadagni – spiegano – sarebbe un suicidio“.
Oltre alla revoca dell’aggiornamento del prezzario, le associazioni di categoria chiedono di poter contribuire attivamente alla redazione di un nuovo e più opportuno elenco dei prezzi.
E.Fio