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Bloccare Tap? A febbraio Lezzi disse: “abbiamo trovato la strada”

LECCE- E’ il 28 febbraio 2018, mancano quattro giorni alle elezioni politiche e, incalzata da Mondoradio, l’esponente di punta del M5s, Barbara Lezzi, oggi ministra per il Sud, pronuncia queste parole: “il nostro percorso in Tap è stato abbastanza coerente in tutti questi 5 anni. Non sarà semplice, però abbiamo individuato la strada per denunciare il trattato internazionale perché in questo modo si può bloccare e finalmente utilizzare le forze dell’ordine per bloccare l’impresa e non i manifestanti”.

Lo dice dopo il 20 febbraio, giorno in cui, nel suo video messaggio, Lezzi afferma di essersi recata a Melendugno e aver detto che “sarebbe stato molto difficile e complicato fermare Tap perché erano trascorsi molti anni da quella ratifica ed erano subentrati dei contratti di acquisto e vendita del gas che quindi ci sottopongono purtroppo a dei costi esorbitanti oltre al fatto che la costruzione del gasdotto è quasi all’80 per cento”. Lo dice, in realtà, anche quel 20 febbraio, dopo quelle parole, in quello stesso video. La “strada” è denunciare il trattato internazionale: “Io posso dirvi senza dubbio una cosa: appena il M5s andrà al governo denuncerà il trattato, perché così si fa. Avvierà un ciclo di arbitrati internazionali con tutti i Paesi che sono coinvolti perché se noi riuscissimo a convincere tutti i Paesi sarebbe molto più semplice. Altrimenti noi ci affideremo all’arbitrato internazionale. Vedremo di quanto si parla, che costi ci sono […]. C’è anche un problema di credibilità internazionale […], non sarà una cosa semplice. Una delle prime cose che faremo è iniziare a denunciare questo trattato internazionale. Perché così si fa. Una denuncia all’autorità internazionale che si vuole uscire da questo trattato. Dopodiché avvieremo tutta la diplomazia necessaria in modo tale da toglierci da questa gabbia […] e inizieremo a cercare di spostare… chiederemo alle forze dell’ordine anziché di bloccare i manifestanti di fermare gli operai”.

In quei giorni agli ultimi sgoccioli di una campagna elettorale, oltre a dichiarare di aver “individuato la strada” per bloccare Tap, Lezzi, poi, firma anche un impegno solenne in risposta all’appello lanciato dal sindaco di Melendugno Marco Potì il 23 febbraio. La sua firma, apposta nell’ufficio dello stesso sindaco, è la quinta, apre la filiera delle sottoscrizioni dei candidati del M5s. Con quell’atto, i candidati si sono assunti pubblicamente l’impegno di formalizzare, entro e non oltre venti giorni dalla propria proclamazione, la richiesta al governo di sospendere le attività di realizzazione del gasdotto e di inviare alla Banca Centrale Europea una lettera pubblica di richiesta di sospensione del finanziamento erogato a TAP il 6 febbraio 2018. Non solo, ci si assumeva l’impegno di promuovere la pubblicazione di tutti i documenti che hanno portato alla redazione dell’Accordo trilaterale del 2013 e alla gestione di tutta l’intera procedura di realizzazione del gasdotto TAP; di formalizzare e far votare un atto parlamentare di indirizzo che vincolasse il governo a disporre la sospensione dei lavori del gasdotto TAP; nominare una Commissione indipendente con la funzione di verificare le autocertificazioni di TAP ; riaprire la prescrizione A13 sull’applicazione della Direttiva Seveso III, con contestuale annullamento del Decreto ministeriale del 16 aprile 2015; istituire un organo permanente di controllo che verifichi la veridicità degli studi di TAP durante la fase dell’ESIA. Infine nel documento si chiede di sostenere le azioni di natura legale intraprese o da intraprendere da parte dei Sindaci delle comunità interessate dal percorso del gasdotto TAP e SNAM.

Anche alla luce di questo l’impossibilità di stoppare l’opera, rimarcata adesso dal governo, appare agli elettori quanto meno in contraddizione con la promessa elettorale.

 

t.c.

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