Attualità

Apre il campo di Boncuri, regole rigide per l’accesso dei braccianti

NARDO’- A pochi giorni dall’apertura, la foresteria di Boncuri, a Nardò, ospita già 63 lavoratori. Quest’anno si è riusciti a partire senza ritardi eccessivi, contando che a metà giugno questa era ancora la situazione e, subito dopo la fine del Ramadan, i lavoratori impiegati nei campi di angurie e pomodori hanno iniziato a riversarsi lì proveniendo da varie province del Sud Italia. I posti disponibili arrivano a 320, sistemati in 80 casette con quattro posti letto ciascuna, servite da container con bagni e docce. Un passo in avanti importante rispetto alle tende che lo scorso anno hanno coperto la gran parte della stagione e soprattutto rispetto alla baraccopoli degli anni scorsi creata con materiali di fortuna sui terreni della ex falegnameria.

Un campo pubblico per i braccianti, finanziato dalla Regione e quest’anno gestito dalla Federazione regionale Misericordie di Puglia, significa anche maggiore controllo del fenomeno sociale. Il sindaco Pippi Mellone usa toni salviniani: “dopo tre decenni di barbarie e politica menefreghista o complice – dice – è finita la pacchia per i caporali”. Questo per annunciare la scelta di imporre regole molto rigide: solo i lavoratori muniti di contratto nel settore agricolo o coloro che dimostrino di essere lavoratori agricoli in attesa di occupazione possono accedere al campo.

Una sorta di sbarramento per evitare che possano confluire a Boncuri anche coloro che braccianti non sono e per provare a frenare fenomeni da cui finora hanno tratto vantaggio gli sfruttatori: il ristorante improvvisato, il “lupanare” in cui far prostituire le donne, il bivacco collegato. Tutto ciò, com’è ovvio, potrebbe non scomparire all’improvviso ma spostarsi semplicemente più in là, nelle zone fuori dal controllo pubblico. Anche per questo il sindaco ha chiesto a Prefettura e forze dell’ordine di rafforzare l’impegno per allontanare coloro che stazionano senza titolo. “Essere inflessibili – aggiunge Mellone – è l’unico mezzo per far funzionare questo meccanismo di prevenzione. In questo contesto si inquadra anche il rinnovo della ordinanza anticaldo, che vieta il lavoro agricolo, per italiani e stranieri, nelle ore più calde”.

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