LECCE- Diminuiscono gli occupati e i disoccupati, mentre aumentano gli inattivi in provincia di Lecce. A rilevarlo l’Osservatorio economico che ha elaborato i dati sul mercato del lavoro degli ultimi dieci anni. Il contesto socio-economico condiziona, ancora una volta negativamente, le dinamiche dell’occupazione e la ripresa, nel Salento, resta ancora debole, a causa degli effetti di lungo periodo della recessione. In particolare, il tasso di occupazione è sceso dal 43,7 per cento al 42,7 per cento. Gli occupati sono 223.109, (contro i 228.287 dell’anno precedente). Si registra, dunque, una contrazione di 5.178 unità lavorative in meno. Rispetto al 2013, la contrazione è di 2.022 unità. Rispetto al 2007, quando gli occupati raggiunsero quota 249mila, la contrazione è di 25.891 unità. Eppure i segnali registrati nel biennio 2015-2016 lasciavano ben sperare in una graduale e costante ripresa, considerato il tasso di occupazione che era salito prima al 43 per cento e poi al 43,7 per cento. Inoltre, dall’analisi per comparti produttivi, hanno registrato buone performance il turismo, seguito dalla sanità e dall’assistenza sociale. Parallelamente, sempre in provincia di Lecce, il tasso di disoccupazione è sceso dal 23,1 per cento al 22,3. Impressionano, soprattutto, i dati riferiti ai giovani sino ai 29 anni. La percentuale, infatti, raggiunge quasi la metà: il 42 per cento per cento dei giovani tra i 18 e i 29 anni cerca lavoro. Sale al 47 per cento la quota dei giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni. «I timidi segnali di ripresa registrati nel settore privato risultano del tutto insufficienti», commenta Davide Stasi. La “ricetta” per contrastare il fenomeno della disoccupazione è quella di «creare un rapporto più stretto tra la scuola e le aziende per avvicinare i giovani alle attività artigiane. Occorre, in particolare, valorizzare la formazione professionale, rilanciando l’apprendistato quale strumento formativo fondamentale per trasmettere il “saper fare” e per inserire i giovani nel mondo del lavoro.