LIZZANELLO – A gennaio aveva raccontato alle nostre telecamere di essersi inventato tutto, per antipatia. Ritrattando così le accuse nei confronti di uno dei tre arrestati per l’omicidio di Gabriele Manca, 20 anni, ucciso a Lizzanello il 17 marzo 1999. Ora, però, il teste chiave ritratta ancora: in un memoriale inviato al capo della Procura Leonardo Leone De Castris e al pm Guglielmo Cataldi, spiega che minacce ricevute e paura di ritorsioni lo avrebbero portato al dietrofront di quattro mesi fa.
Conferma, adesso, la versione giĂ riferita nel febbraio 2015 agli inquirenti, alla presenza del suo avvocato, ascoltato come indagato in un altro procedimento, ciò che inchioderebbe Omar Marchello, 39 anni, di Lizzanello. Il testimone ha ribadito di aver assistito all’aggressione che Marchello e altri due avrebbero compiuto ai danni di Manca. Questioni di droga. Mentre i tre se ne stavano andando, poi, Marchello lo avrebbe minacciato dicendo: “E tie non ha istu nienti, se no te fazzu fare la fine ca n’aggiu fattu fare allu Gabriel Manca, mangiato te li cani intru alle campagne”.
Spiega, il supertestimone, che “quanto riferito nel 2015 è vero”, ma che sarebbe “stato oggetto di minacce anche tramite il social network Facebook” e ha avuto e ha “anche ora paura di ritorsioni”.