LECCE – La prima premura è sfatare i falsi miti: quelli che li vorrebbero in cerchio, a lume di candela, incappucciati a cospirare contro il potere. I massoni leccesi iscritti al Grande Oriente d’Italia (la comunione massonica più antica in assoluto), nella cosiddetta “giornata della Fierezza” ci mettono la faccia. In uno dei loro templi, in Piazzetta della Luce, spiegano ai curiosi i principi e i simboli di una scelta di vita. A partire dal rituale di iniziazione.
Chi siano i massoni oggi è presto detto: prevalentemente -ci spiegano- persone colte. Fratelli -così come si considerano tra loro- che vogliono contribuire al benessere della comunità.
Porte aperte a tutti? Non sempre. Le regole parlano chiaro. In primis ci sono logge esclusivamente maschili. In nessuna, in assoluto, sarebbe poi accolto un ateo. Il profano, ossia l’aspirante massone, può professare qualunque religione: essenziale è che creda in qualcosa. Politica e religione sono argomenti tabù: “generano discordia -spiegano- andando contro i nostri principi”.
Si parte dai simboli e si ragiona sulle sfumature della realtà: dalle spade, simbolo della difesa e della fratellanza, al pavimento a scacchi simbolo della dualità della vita (in bilico tra il bene e il male), ai 12 segni zodiacali sul soffitto a rievocare il fluire continuo dell’esistenza.
I massoni sorridono ai visitatori che chiedono di saperne di più sui rituali al buio, quelli con il cappuccio, che si consumano in gran segreto. Sorridono perchè “avremo anche una storia di lungo corso -dicono- ma abbiamo imparato ad aggiornarci. Abbiamo anche un sito”. Insomma i massoni sono tra noi, non lo urlano ai 4 venti ma ne vanno fieri. Del resto qualche segreto dovranno pur mantenerlo.
E.Fio