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“Capu te Sant’Oronzo”: finalmente partono i restauri, finanziati anche con l’8 per mille

LECCE- Per la prossima festa patronale, i leccesi potrebbero poter tornare nella chiesa del loro santo. La Curia ha avviato i lavori tanto attesi su “la Capu te Sant’Oronzo”, ovvero il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, un bene culturale straordinario rimasto per anni nel dimenticatoio.

Il suo recupero è stato una delle battaglie di Telerama per la cultura, con la denuncia dello stato di degrado e abbandono in cui quel gioiellino è rimasto, tagliato fuori da ogni circuito, al di là della tangenziale est. Eppure, appena undici anni fa la chiesa era stata riconsegnata alla cittadinanza dopo un lunghissimo periodo di dimenticanza.

Dopo l’allestimento dell’impalcatura, da qualche giorno sono all’opera gli operai della ditta Bonfrate di Monteroni. Una spesa in totale di poco meno di mezzo milione di euro. Il restauro è stato finanziato al 50 per cento dalla Cei, la conferenza episcopale italiana, con i fondi dell’8 per mille, ottenuti su insistenza del vescovo Mons. Domenico D’Ambrosio, che a quel santuario ci teneva particolarmente e che nel 2014, in occasione della festa, espresse il desiderio di far riscoprire ai leccesi quel luogo di culto e di preghiera importante.

I lavori, seguiti dall’architetto Giuseppe Fiorillo, riguardano il consolidamento del tetto, la soluzione al problema delle infiltrazioni, che hanno compromesso, fortunatamente in modo non grave, anche l’interno. Verranno ripristinati i muri di cinta che una trombra d’aria aveva spazzato via; verrà rimesso a nuovo l’alloggio che era del custode, assieme alla sagrestia.

Il progetto, stilato dall’architetto Andrea Fiorillo e dal geometra Francesco Moretto, prevede la fine lavori entro l’estate. L’obiettivo, appunto, è quello di provare a consegnare la chiesa ai fedeli entro agosto.

È lì che, si dice, sia stato decapitato il vescovo leccese poi divenuto alla fine del ‘600 il patrono della città. C’è una colonna a ricordarlo, tra le iscrizioni sbiadite e qualche segno ancora della devozione dei fedeli.

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