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Amianto killer: dopo 10 anni, maxi risarcimento per eredi vittima

TARANTO- Dopo 10 lunghi anni, giunge l’atteso riconoscimento di ‘Vittima del dovere’. Accade ad una vedova di Taranto che ha perso il marito, un sottufficiale della Marina militare,  a causa  di un cancro al polmone provocato dall’esposizione all’amianto, a bordo delle navi militari italiane. E’ stato  infatti ha riconosciuto agli eredi   un risarcimento complessivo di circa 700mila euro  e una pensione mensile di 1600 euro. A renderlo noto è proprio ‘Contramianto onlus’, che ha fornito assistenza legale alla famiglia dell’uomo. “La morte – spiega Luciano Carleo, presidente dell’associazione- è stata provocata dalla inalazione delle fibre cancerogene di amianto respirate dal marinaio lavorando e vivendo sul naviglio di Stato”…Certo, mai nessuna somma potrà restituire alla famiglia la figura di un marito e un padre, ma  perlomeno sancisce  la correlazione tra tumore e amianto killer: un diritto sacrosanto, del resto, per una morte  rubata.

Nella casistica CONTRAMIANTO vi sono per Taranto e Marina Militare 172 tumori provocati dall’amianto , di questi 92 sono mesotelioma gli altri 80 cancro polmonare, alla laringe e al rene, una escalation inarrestabile con la conta quotidiana delle morti . Ormai è ampiamente dimostrato –afferma il presidente dell’Associaizone– che l’amianto imbottiva le navi militari e che l’amianto veniva utilizzato, lavorato ed impiegato negli Arsenali della Marina Militare con Taranto e La Spezia sedi di cantieristica navale capofila a livello nazionale per le manutenzioni. I maggiori esposti all’amianto sono stati gli operai Arsenale MM e dell’indotto privato e i Marinai ma anche mogli e figli esposti all’amianto in ambito familiare venuti a contatto con gli indumenti da lavoro contaminati. Le drammatiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e la vicenda Marina Militare e amianto rappresenta quali e quanti danni sta ancora provocando l’uso di questo pericoloso coibente. Le tonnellate di amianto -continua-  usate a bordo del naviglio militare che hanno rivestito caldaie e tubolature di navi e sommergibili e che sono servite per guarnizioni, isolamento dei locali e protezione dal fuoco di munizioni e armi hanno rappresentato una fonte di grande pericolo per la salute dei lavoratori civili e militari che hanno maneggiato l’amianto nelle manutenzioni. CONTRAMIANTO da vent’anni lotta per affermare il diritto alla salute degli esposti all’amianto attraverso adeguati programmi di prevenzione e chiedendo la totale eliminazione dell’amianto. Non ci sono valori limiti sicuri per l’amianto, cancerogeno certo, e le successive esposizioni all’amianto hanno effetto dose cumulata che determinano maggiori rischi di insorgenza tumorale”.

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