Cronaca

Colacem verso riduzione emissioni, resta nodo carbonile scoperto

GALATINA-  Riduzione, se non dimezzamento, delle emissioni prodotte, ma anche un braccio di ferro tutto ancora in piedi sul carbonile scoperto, su alcuni rifiuti che vengono lì impiegati, su un sistema di monitoraggio che lascia i più titubanti e sulla valutazione di un danno sanitario, collegato a quello ambientale, ancora una chimera.

Non è una procedura come tutte le altre: da quella relativa al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale della Colacem di Galatina passa il futuro di un intero distretto e passa anche una idea diversa nell’approccio alle grandi industrie.

In mattinata, la nuova conferenza dei servizi, nella sede di via Botti della Provincia, dopo quella del 24 novembre scorso. Da un lato i vertici aziendali, dall’altro gli enti competenti e gli amministratori dei Comuni di Zollino, Corigliano, Martano e Melpignano, che hanno presentato le proprie osservazioni, condivise poi anche dai Comuni di Cutrofiano, Soleto e Sogliano. Galatina si riserverà di farlo e ha chiesto un sopralluogo nel cementificio.

La nuova Aia prevede due nuovi filtri al camino principale, che sarà per questo innalzato di dieci metri. Adeguandosi ai limiti più stringenti previsti dall’Ue nel 2013 e catturando più polveri, si dovrebbe ottenere così, per buona parte dei parametri, il dimezzamento delle emissioni rispetto a quanto previsto dall’autorizzazione rilasciata nel 2009.

La Provincia ha chiesto e ottenuto in parte che alcune tipologie di rifiuti non pericolosi non vengano più impiegate nel ciclo produttivo. Lo stabilimento, infatti, utilizza anche ceneri provenienti dalla centrale di Cerano e quelle ottenute dalla combustione del cdr.

Restano, si diceva, alcuni nodi, che le prossime conferenze dovranno affrontare. In primis, il sistema di monitoraggio: oggi, è Colacem a controllare se stessa, attraverso un monitoraggio in continuo del camino principale (è tenuta a comunicare eventuali sforamenti ad Arpa) e annuale sugli altri punti di emissione, che sono 49. Arpa riesce a fare solo una verifica ogni due anni.

Poi, c’è la criticità relativa al parco carbone da 1,4 ettari: è completamente all’aria aperta. I Comuni ne hanno chiesto la copertura e il modello matematico presentato dall’azienda – in base al quale le emissioni sarebbero molto contenute – è stato criticato anche da Arpa.

Infine, la valutazione integrata degli impatti ambientale e sanitario in zona. “I dati della Eea (European Environmentale Agency) attribuiscono alla Colacem l’emissione di 584mila tonnellate di Co2 e 2.420 tonnellate di Nox annue, con un costo dei danni sanitari prodotti stimato, sempre dalla EEA, tra i 37 e i 67 milioni di euro”. A dirlo è Mario Pendinelli, consigliere regionale, che chiede l’intervento più attento di Bari.

Articoli correlati

Consorzio di bonifica Arneo, dipendenti senza stipendio da sei mesi

Redazione

Ricerca e innovazione, sesta edizione del Premio alle Eccellenze

Redazione

Cuoreamico dona un’auto a Claudia, la ragazza dalla malattia senza nome

Redazione

Pd sul sì dell’Ilva all’Aia: “Non basta, ora servono i fatti”

Redazione

Dimentica 500 euro nel bancomat e i soldi spariscono, denunciato il ladro

Redazione

Nuove minacce all’imprenditore Palma, proiettili in busta

Redazione