LECCE- Poche ore prima, la tentata evasione di un detenuto che ha scavalcato un muro di cinta e poi è stato bloccato in tempo; ora due aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria. La situazione, nel carcere di Lecce, sta diventando esplosiva.
Nella primissima mattinata, durante l’ispezione di routine, un agente è stato aggredito a colpi di forchetta. Essendo l’agente un istruttore di difesa personale, si è parato il viso con la mano e se l’è cavata con un pollice infilzato. Più grave quello che è accaduto intorno alle 9,00, quando un ispettore è stato chiamato ad andare in una cella dal detenuto che la occupava. Quest’ultimo -racconta Pantaleo Candido, segretario regionale dell’Osapp (l’organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria)- “ha spaccato un tavolino e, con una delle gambe del mobile, ha letteralmente rotto la testa al collega”. L’ispettore è stato portato d’urgenza in ospedale.
“In due giorni, tre episodi, uno più grave dell’altro -dice Candido- il personale ha paura. Paura di essere incriminato se dovesse sbagliare ad agire. questa e’ la polizia penitenziaria: un corpo che ogni giorno presta la sua opera al servizio dello stato, stato che quando si tratta di tutelare l’operato (democratico) dei suoi uomini, se ne dimentica”.
La segreteria regionale ha già comunicato lo stato di agitazione. Non parteciperà, nel mese di marzo, alle convocazioni per la trattativa su qualsiasi tavolo indetto dall’amministrazione Penitenziaria regionale. E questo per protestare contro la sospensione di 16 agenti per il caso degli insulti via facebook a un detenuto suicida in Lombardia, ma ora anche contro l’ “indifferenza sulla tentata evasione di un detenuto psichiatrico a Lecce, le mancate risposte del Provveditore regionale e l’abbandono totale del poliziotto penitenziario”.
