Cronaca

Gestivano giro di prostituzione, chieste le condanne per un mesagnese e la sua compagna brasiliana

MESAGNE- Insieme ad altri 6, vennero arrestati nel 2011 perché accusati di essere a capo di un’organizzazione criminale attiva nel mondo della prostituzione. Ora, per il mesagnese Vincenzo Marino e per la sua compagna brasiliana Cristiane Ferreira Barbosa arrivano le richieste formulate dal pubblico ministero di Salerno, Procura competente, Maria Carmela Politi. 

Il pm ha chiesto Sette anni e mezzo per il salentino e sei anni e mezzo per la sudamericana, ritenuti i vertici del presunto cartello operante ad Agropoli e a Capaccio.

Le indagini della Procura di Salerno hanno avuto inizio dopo un episodio di rapina con violenza sessuale, avvenuto nel novembre del 2009 ai danni di due prostitute brasiliane. In quella circostanza, le due donne fornirono elementi utili per poter avviare le indagini utili a risalire agli autori del gesto. L’attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Agropoli, anche attraverso servizi di pedinamento e appostamenti notturni, porto agli arresti di 8 persone tra cui, appunto, anche la coppia, per mesi “osservata speciale” anche da parte dei carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni.

Per tutti, le accuse furono di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione nonché di favoreggiamento di illecita permanenza nel territorio dello Stato Italiano di cittadini extracomunitari privi di regolare permesso di soggiorno. Capi di imputazione anche più gravi per per la coppia: Marino fu infatti ritenuto responsabile di rapina, violenza sessuale, tentata estorsione, lesioni personali, minacce, esercizio case di prostituzione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Per la bella Cristiane, invece, le accuse furono di concorso in rapina, tentata estorsione, minacce, lesioni personali, esercizio case di prostituzione. Da qui, le richieste, pesanti, formulate dall’accusa. La parola, ora, spetta al Gup.

 

 

 

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