CronacaPolitica

Trivelle in mare, rischio concreto

LEUCA- Il Salento alza la voce perché l’arrivo delle trivelle nel nostro mare sembra essere ormai più che un rischio. Nello specchio d’acqua di fronte ad uno dei luoghi più suggestivi della nostra terra ha puntato l’ attenzione l’americana Global Med che ha avanzato al governo tre istanze di permessi per una superficie di 2.207 chilometri quadrati. Siamo ad appena 25 chilometri a sud di Punta Ristola.

Per due di queste richieste, il Mise, appena pochi giorni fa, il 30 di ottobre, ha avviato un’istruttoria. Il 21 dicembre è il termine ultimo entro il quale i cittadini, enti e i 19 Comuni rivieraschi del Capo di Leuca possono presentare le proprie osservazioni. Sul terzo specchio acqueo, invece, è in corso una contesa tra due società : la Global Med o il tandem Petroceltic Italia-Edison.

Ma non è tutto: il rischio che le piattaforme petrolifere arrivino nel nostro mare è concreto anche ad Otranto : perché da ben due Ministeri, all’Ambiente e ai Beni Culturali, appena due anni fa, venne concesso il via libera alla richiesta di cercare idrocarburi a largo di Otranto presentata dalla britannica Northern Petroleum, una società che non fornì adeguate garanzie economiche e che per questo, e solo per questo, non ottenne la via dal Ministero dello Sviluppo economico.

La ricerca dell’oro nero in mare ha un impatto ambientale considerevole. In via preliminare va fatto un attento esame sul rischio sismico in zona: la tecnica è quella dell’ Air gun: spari di aria compressa da cui ricavare informazioni sulla composizione del fondale. Delle vere e proprie esplosioni con ripercussioni facilmente immaginabili sull’ambiente e sulla fauna marina.

Eppure La Northern Petroleum, aveva ottenuto l’ok per questo studio. Per la Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale e per il Ministero dei Beni Cultural dunque, non ci sarebbe stato alcun rischio per il mare salentino.

Il problema si ripresenta ora per il mare di Leuca. La mobilitazione del territorio ha lo scopo di bloccare tutto questo, per cercare di fermare un altro ok ministeriale, che ancora una volta farà del Salento terra di conquista.

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