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Miccoli: “Per me è l’ultimo anno: dentro o fuori!”

LECCE- Prima ancora di recuperarla nelle gambe Fabrizio Miccoli ha recuperato quella forza necessaria per ripartire. Per la seconda stagione consecutiva vestirà la maglia del Lecce. Sono bastati due incontri, qualche telefonata con la famiglia Tesoro e lo stesso tecnico Lerda.
“Dopo la sconfitta mi sono tuffato nell’affetto della mia famiglia. Così ho potuto riflettere e decidere di regalarmi un’altra chance per cancellare la delusione forte per la sconfitta di Frosinone. Ringrazio tutte le squadre che mi hanno cercato, ma se fossi andato via non me lo sarei perdonato, ne sono sicuro. Per me è l’ultimo anno: dentro o fuori. Cercherò di dare tutto me stesso sia in campo sia fuori per creare un bel gruppo come l’anno scorso”.

Vuole riveder lo stesso spirito? “Oltre alle emozioni straordinarie che ci hanno regalato i tifosi nonostante la sconfitta, negli spogliatoi ho visto i miei compagni piangere mentre l’anno prima so che c’era gente che doveva scappare per non farsi vedere”.

 Tra i motivi delle sue riflessioni c’era quello legato alla sua posizione in campo? “Lerda sa come la penso, siamo due persone schiette. L’arrivo di Della Rocca ha trasmesso sia al mister sia me un po’ di tranquillità, può essere un vantaggio per noi: sa tenere palla, è bravo nel gioco aereo, può far respirare la squadra. Con me davanti, l’anno scorso, non è andata benissimo. Tuttavia le soluzioni le ha Lerda, il quale decide modulo e calciatori da schierare. Penso che abbia buone soluzioni quest’anno”.

Conosceva Della Rocca? “Io ho conosciuto suo fratello a Palermo. Luigi, invece, lo ricordo giovane a Bologna, dopo ho perso le sue tracce. Per come vuole giocare il mister penso sia un buon acquisto”.

Quante volte ha pensato alla serata del Matusa? “Tante e ho cercato di immaginare cosa sarebbe successo se fossi rimasto in campo, se la conclusione di Beretta fosse finita dentro invece che sul palo. Il calcio è questo, purtroppo. Insieme a Perugia e Frosinone anche noi avremmo meritato la promozione”.

E’ un vantaggio ripartire con una squadra che ha già una base? “Certamente lo è. Rispetto alla passata stagione la società non deve mandare via ventidue calciatori e prenderne altrettanti”.

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