TORCHIAROLO- Braccio di ferro sul monitoraggio delle polveri sottili a Torchiarolo: il Tar di Lecce respinge la richiesta di sospensiva avanzata dal Comune contro la Regione Puglia, che aveva approvato i documenti del Piano relativo alle misure di intervento per il risanamento della qualità dell’aria, escludendone l’assoggettabilità a Valutazione ambientale strategica.
Al centro della contesa la questione relativa alla fonte dell’inquinamento da PM 10, che la Regione ha stimato provenire, per il 92 per cento, dalla combustione della legna nei camini delle civili abitazioni, lasciando al restante 8% tutte le altre fonti di inquinamento derivanti dal comparto industriale, dal traffico, ecc.
Il Tar, su questo aspetto, entra nel merito stabilendo che anche “se effettuata con buon esito la ricerca dell’isotopo del carbonio 12 c, l’individuazione delle quantità dello stesso presente nell’aria non avrebbe provato nulla in ordine alla provenienza dalla combustione del carbon fossile nella centrale Federico II, atteso che l’isotopo in questione deriva anche dalla combustione di tutti gli altri combustibili fossili e dei loro derivati ( benzina, diesel ), ampiamente presenti nell’aria dell’abitato del Comune di Torcharolo perché vicino ad una strada a scorrimento veloce”.