Cronaca

Tap, il progetto non è definitivo: la Procura chiede l’archiviazione delle indagini

SAN FOCA- Non ci sarebbe alcuna traccia che l’attività di prospezione effettuata dalla Tap, abbia danneggiato il fondale di San Foca. Innanzitutto per questo il sostituto procuratore Antonio Negro ha avanzato richiesta di archiviazione per il fascicolo d’inchiesta che ipotizzava, contro ignoti, l’accusa di deturpamento e danneggiamento dei fondali.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Noe, era stata avviata a seguito degli esposti presentati dalle associazioni ambientaliste che lamentavano la rottura delle reti dei pescatori durante le fasi di ispezione condotte per conto della multinazionale TAP, tra il gennaio e il febbraio scorsi.

Ma non ci sono state denunce specifiche delle parti offese che, comunque, sono già state risarcite, per cui non si può procedere. La squadra di sommozzatori della Capitaneria di porto di Otranto inviata a verificare eventuali altre irregolarità, non avrebbe segnalato danni rilevanti.

E anche il progetto presentato dalla società, e passato al vaglio della Procura, seppur con qualche rilievo, per il momento non è esecutivo. Gli inquirenti in pratica sostengono che non si possa indagare ex ante. Ecco il motivo della decisione di chiedere l’archiviazione. La richiesta, salita al quinto piano del palazzo di giustizia, ora passerà al vaglio di un giudice delle indagini preliminari che deciderà come procedere. Sempre che, chi ha presentato l’esposto non decida di fare opposizione.

Intanto la multinazionale sta procedendo con i nuovi rilievi, dal momento che quelli precedenti sono stati giudicati invalidi dall’Arpa. La partita, sul piano delle autorizzazioni, è ancora tutta da giocare.

 

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