Cronaca

E Giovanardi disse: “Gasdotto bloccato da 5 persone”

LECCE- Poche parole, non prive di errori, ma in grado di scatenare dure reazioni. Carlo Giovanardi parla ai microfoni di Radio Capital. Parla del gasdotto Tap, emblema, secondo lui, di un’Italia bloccata per colpa di pochi. Sorvoliamo sullo sbaglio, pure macroscopico, per cui il tubo arriverebbe dalla Turchia e Letta è andato a stringere la mano ad Erdogan, mentre il gasdotto partirĂ  dall’Azerbaijan e il premier, un mese fa, è volato a Baku per incontrare il presidente azero Ilhan Aliyev. A sollevare le proteste dei comitati locali è quel riferimento fatto dal senatore modenese del Pdl: “Cinque persone che protestano su una spiaggia del leccese” e bloccano l’infrastruttura che dovrebbe approdare a San Foca.

“Lo invitiamo- bacchettano i No Tap- a valutare bene la situazione prima di attaccare la popolazione, che si è espressa in maniera pacifica contro l’opera e che tra l’altro è stata appoggiata dagli enti locali”. E poi la stilettata: “Ma i rappresentanti del suo partito negli enti locali come la pensano??”. Chiara richiesta rivolta, innanzitutto, al coordinatore provinciale azzurro Antonio Gabellone, oltre che a parlamentari e consiglieri regionali del partito di Berlusconi.

Si attende risposta. Nel frattempo, però, a movimentare le acque torna ad essere la multinazionale. Lo fa dopo il comunicato stampa della Lilt di Lecce, che, successivamente all’incontro con i vertici Tap, ha ribadito la sua ferma opposizione al progetto: la situazione sanitaria del Salento- stando a quanto sostenuto dalla Lega Tumori e giĂ  in passato sottolineato da Arpa Puglia- non è in grado di reggere ulteriori pressioni ambientali.

La multinazionale non ci sta. E ci va giù pesante: “La contrarietà di Lilt al progetto- dice in una nota- non è il frutto di un approfondimento su basi scientifiche dei dati emissivi e degli impatti attesi descritti nella documentazione tecnica prodotta dalla società. Preoccupa che rappresentanti di un’associazione di spessore come la Lilt si faccia portavoce di simili posizioni”.

Poi, però, una precisazione c’è. E la fa la stessa Tap: “Nello scenario piĂą sfavorevole, e cioè quello secondo il quale il gas dovrĂ  essere riscaldato per allineare la sua temperatura ai valori di immissione in rete richiesti da SNAM RETE GAS, il terminale di Ricezione produrrĂ  emissioni per un massimo di 160 ore all’anno, corrispondente ad una quota di emissioni di CO2 pari allo 0,6% delle emissioni del Comune di Melendugno”. Se sarĂ  solo anidride carbonica quella che verrĂ  prodotta è un’altra delle domande che ci si continua a porre.

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