Cronaca

I No Tap contro Boero: “E’ pro Tap per gli incarichi ricevuti”

LECCE- «Il professor Boero ci ha attaccato per mesi, ora capiamo il perché». Gli attivisti del comitato no tap ci vanno giù pesante contro il docente di biologia marina che negli ultimi tempi si è speso non poco nel dibattito sul gasdotto della trans adriatic pipeline. «Accuse infondate, il comitato mi denunci alla procura» risponde a brutto muso il professor Ferdinando Boero che, nelle sue opinioni, non ha risparmiato bacchettate ai comitati che si battono contro l’approdo del tubo a San Foca. E quei comitati, ora, sono convinti di aver trovato il motivo: l’incarico di ricerca affidato da tap allo spin-off che fa capo al professor boero. Le carte sono diventate ufficiali nelle scorse ore, dopo il deposito presso il ministero dell’ambiente: e tra gli allegati, compare anche l’allegato 7 che analizza le aree nursery di cetacei e tartarughe marine nella zona di san foca, torre specchia e Lecce. Uno studio datato settembre 2012, esattamente un anno fa, messo a punto dallo  spin-off universitario antheus.

Di cosa si tratta? Gli spin off sono società a responsabilità limitata che hanno nella loro compagine azionaria l’ateneo e che nascono con lo scopo di veicolare sul mercato le ricerche scientifiche. In questo caso l’antheus nasce all’interno del laboratorio di zoologia  e biologia marina dell’università del Salento e ha come soci  due assegnisti di ricerca, due dottorandi e due ricercatori dell’ateneo salentino.

Il rappresentante legale della società è Ferdinando Boero: il professore non detiene quote societarie, ma è – per così dire – il maestro e la guida dello staff di Antheus. Lo spin-off di boero, quindi, ha ricevuto incarico da tap di studiare la nidificazione delle tartarughe e il flusso dei cetacei nell’area interessata all’approdo della tap. Un incarico – ovviamente non gratuito – che secondo il comitato no tap avrebbe influenzato le opinioni sul gasdotto dell’autorevole professore dell’università del salento. «Tutti i nodi vengono al pettine» ironizzano gli attivisti del comitato, che si definiscono «assolutamente non meravigliati da questa notizia. In questi mesi – proseguono i No Tap – abbiamo subito numerosi attacchi da parte del professor Boero e ora ci spieghiamo il perché».

Un’accusa precisa, che fa infuriare il vulcanico professor boero: «cioè, secondo questi signori io sarei stato comprato con quei quattro soldi? sono accuse pretestuose di chi non ha altri argomenti»: il cattedratico salentino non le manda a dire e nega nettamente conflitti d’interesse tra incarichi DALLA tap e opinioni SULLA  tap.

«Lo spin-off nasce per dare consulenze ambientali a chi le chiede: il committente, chiunque sia, non può aspettarsi altro che la verità scientifica. In questo caso lo spin-off ha stilato una semplice raccolta bibliografica dei dati di letteratura sull’argomento, senza rilievi o sopralluoghi sul campo. È un lavoro che è stato pagato 3mila euro, iva inclusa, ai quali vanno aggiunti altri mille euro di traduzione dall’inglese all’italiano. Tutte somme – prosegue Boero – da cui io non ho avuto alcun ritorno economico, come da tutte le attività dello spin-off. Queste accuse non hanno sostanza: piuttosto i comitati prendano la relazione e la contestino da un punto di vista scientifico. Se poi ritengono che ci sia qualcosa di illecito – conclude il professore – mi denuncino alla magistratura».

Tra incarichi e opinioni, la polemica al calor bianco sulla tap sale ancora di temperatura: e c’è da giurare che le polemiche sul tubo della discordia non termineranno qui.

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