LECCE- Ritmi gitani, ritmi d’incontri di popoli e culture. È su queste note che si è aperta la quarta e ultima serata di Niurumaru festival, in una Piazza Sant’Oronzo, a Lecce, vestita d’incanto, tra atmosfere sobrie e gusti spesso inediti. Questo è stata la rassegna dedicata al vino. Anzi, ai vini del Sud. Protagonista il Salento, certo. Ma anche i cugini delle altre parti di Puglia, della Calabria e Basilicata. Quaranta cantine di un Meridione produttivo, orgoglioso, in grado di innovare, in un bicchiere, tradizioni antiche, saperi di comunità, voglia di farcela. Se può un calice contenere tutto questo è domanda a cui è stata la gente a dare risposta, affollando le stradine del centro di Lecce che, in questi quattro giorni, si sono lasciate attraversare da migliaia di salentini e di turisti.
Gli eventi, voci calde e toni conviviali, a fare da sfondo alle degustazioni, spesso vere e proprie visite guidate nel gusto assieme a esperti sommelier, tra rossi e rosati e gli immancabili bianchi. L’appuntamento è al prossimo anno.