LECCE- “Costruire una politica culturale con gli operatori culturali”: è il senso che il coordinatore artistico di Lecce Capitale della Cultura 2019, Airan Berg, vuole dare agli incontri che si sono tenuti (e che si terranno) tra Lecce e Brindisi.
Il Laboratorio Urbano Aperto Creativo cerca di assorbire idee e proposte: un’intensa attività di ascolto sul territorio che culminerà il 10 settembre, con un importante party che raggrupperà tutti gli operatori culturali di Brindisi e Lecce. Il caldo di agosto non ferma lo staff di Lecce 2019: è necessario preparare un dossier, perché la data di presentazione (20 settembre 2013) è sempre più vicina. Il coordinatore artistico Airan Berg sta interagendo con gli addetti ai lavori per creare un manifesto incisivo. Le idee emerse nei recenti mesi stanno contribuendo a disegnare una chiara visione della città: associazioni e operatori culturali stanno dando un contributo importante alla strategia.
Anche a Taranto si lavora con acribia per arrivare pronti alla prima selezione. Il problema Ilva, che per molti è un punto di debolezza, potrebbe diventare un punto di forza, come spiega Antonio Cordella, coordinatore Luac. Nei casi di Liverpool e Marsiglia determinate criticità (come la malavita marsigliese) hanno spinto la Commissione Europea a stimolare un cambiamento attraverso la candidatura a Capitale europea.
Il vero problema, secondo Cordella, è che il Salento si presenta diviso, con due candidature, mentre le altre venti città candidate sono il risultato di una scelta condivisa a monte: c’è stato un accordo. Lecce e Taranto potrebbero giocare un derby lungo anche oltre il primo turno: perché potrebbero passare tutt’e due. Tra le venti città candidate, però, spiccano i nomi di Venezia, Siena, Matera e Palermo: supportate da vasti territori e scelte condivise.