LECCE – “Io dell’omicidio non ne so nulla”. Ha respinto tutte le accuse Rocco Pierri, 37enne di Miggiano, arrestato nel pomeriggio di Natale, nel corso di un ordinario controllo di routine, dagli Agenti di Polizia del Commissariato di Taurisano, coordinati dal Vice Questore Aggiunto Salvatore Federico, su mandato di cattura europeo.
L’indagato è fortemente sospettato di aver ucciso 11 anni fa un salentino in Svizzera.
Si è svolto, nelle scorse ore, l’interrogatorio davanti al Presidente della Corte d’Appello di Lecce Mario Buffa – competente nel caso di mandato europeo – nel Carcere di Borgo San Nicola, in presenza del difensore, l’Avvocato Flavio Santoro.
Maurizio D’Amico, 41enne di Copertino fu strangolato nei pressi di Zurigo nel settembre del 2001.
Alla vittima fu sottratta la carta di credito, poi utilizzata, secondo la Magistratura elvetica, qualche tempo dopo da Pierri. L’indagato ha ammesso di essere stato interrogato anni fa dalla Polizia Giudiziaria italiana sulla vicenda relativa alla carta di credito.
Conosceva la vittima come conosceva molti altri italiani all’epoca residenti in Svizzera per questioni di lavoro. Ma ha rigettato ogni accusa mossa dalla Procura del Cantone di Zurigo. Non sarebbe stato lui a commettere il delitto. Poi si è agitato. Ha dichiarato che le accuse che gli vengono mosse sono troppo gravi e che non avrebbe più risposto ad altre domande.
Si è concluso così l’interrogatorio. Ora il Presidente Buffa è in attesa degli atti che dovranno arrivare da Zurigo.
Le Autorità italiane non conoscono ancora, infatti, quanti e quali elementi di prova siano stati raccolti dalla Polizia elvetica contro Pierri.
All’epoca dei fatti l’indagato viveva in Svizzera per questioni di lavoro: era impiegato all’interno di una ditta di costruzioni. Da almeno 7 anni è tornato nel Salento e si è rifatto una vita con la compagna – con lui in macchina al momento dell’arresto – e il figlio di 5 anni.