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Renzi: “Sblocchiamo opere incompiute”. Resuscitano discariche, eolico e rigassificatore

LECCE- Quindici giorni di tempo per presentare l’elenco delle incompiute, pubbliche e private, da cui ripartire. Come è stato fatto, insomma, per l’edilizia scolastica. Nel calderone dell’operazione “Sblocca- Italia”, però, rischia di finirci anche l’elenco di 372 infrastrutture ferme al palo perché oggetto di contestazione da parte dei cittadini. Sono quelle “ricordate” dal rapporto del Nimby forum : 11 in Puglia, la gran parte nel Salento. Quali sono? Il rigassificatore di Brindisi, partita che sembrava già chiusa, la discarica Vergine di Lizzano, finita sotto sequestro solo qualche mese fa per irregolarità, la centrale a biomasse di Cavallino, gli impianti eolici di Castrì- Vernole, Supersano e Nardò, la discarica di Corigliano d’Otranto e, ovviamente, il gasdotto Tap.

Resuscitano così anche progetti in parte bocciati sì, ma su cui non è stata ancora scritta la parola fine. Resuscitano sulla spinta del dossier del Nimby forum, gestito dall’associazione no profit Aris, il cui presidente è Alessandro Beulcke, che Lecce ha imparato a conoscere anni fa come ideatore del Festival dell’Energia. Sarà un caso, ma è emblematico trovare tra i sostenitori del Nimby forum proprio il consorzio Tap, oltre, tra gli altri, ad Edison, Enel e A2a. Nelle passate edizioni c’erano anche, ad esempio, il gruppo italgest e impregilo. Alcune di queste società sono tra le promotrici dei progetti che si vorrebbero rispolverare.

Non è detto, alla fine, che, al di là delle indicazioni dei poteri economici, rientreranno nelle indicazioni che arriveranno dai municipi. Certo, paradossalmente ci potrebbe essere anche molto altro e di altrettanto delicato. L’esempio di Renzi relativo all’investimento fermo dell’imprenditore che vuole fare il villaggio turistico in Sicilia ha simili anche nel Salento ed è una medaglia a doppia faccia.

I tappi da far saltare ad opere pubbliche e private e messi da “soprintendenze, comuni, Stato e ministeri”, con queste premesse, diventano arma a doppio taglio. La palla, ora, passa in mano ai sindaci. Lecce ha già fatto sapere di voler chiedere il finanziamento dell’ultimo lotto rimasto scoperto per il completamento delle cave di Marco Vito, quello relativo alla città della musica.

Da Otranto, in questo modo, si riapre la partita per il porto turistico bocciato dalla Soprintendenza, a Leuca quella relativa alla Colonia Scarciglia. Il nodo rimane sulla direzione da intraprendere, che dev’essere unitaria per il Salento, al di là del frazionamento dei municipi.

 

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