Attualità

Tony e Andrea, questo matrimonio non s’ha da fare… senza interprete

LECCE – La storia è stata raccontata per la prima volta martedì dalla Gazzetta del Mezzogiorno e, da allora, sta avendo un’eco nazionale. Tony e Andrea, il primo dipendente della Regione e esperto di formazione, e il secondo ricercatore universitario di Pedagogia speciale, stanno insieme da 17 anni e il 23 giugno convoleranno a nozze nel comune di Lecce. Il rito dell’unione civile sarà officiato da una loro cara amica. Con loro ci saranno i due testimoni, richiesti dalla legge e scelti per affetto. Ma, al momento della firma della promessa presso l’ufficio Anagrafe, è stato loro comunicato che ci sarà bisogno di una terza persona, un interprete per la lettura dell’atto, perché Tony è non vedente. Gli sposi, però, proprio non ci stanno: Tony non ha mai avuto bisogno di un interprete nella vita, “piuttosto -dicono- se proprio serve, si potrebbero usare un supporto a garanzia dell’accessibilità, come l’atto in braille o un documento digitale”.

L’ufficio avrebbe agito legittimamente e, così come ha confermato il garante dei diritti delle persone con disabilità, «la funzionaria ha agito a garanzia degli stessi contraenti». “Diverso il parere dell’ufficio legale dell’Unione italiana ciechi che, richiamando una legge del 1975, sostiene che la presenza del testimone sia accolta solo su richiesta della parte interessata” rispondono loro. Tant’è: gli sposi non vogliono farne una battaglia politica, ma squisitamente culturale, si aspettavano un’apertura. “E no, non vogliamo farci pubblicità! -dicono- Perché dovremmo? Non volevamo mica diventare noti o entrare in politica”.

 

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