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Alta velocità Napoli-Bari, consegnato primo tratto. Opera della leccese Armafer

Il primo treno sulla linea ad alta velocità Napoli-Bari

NAPOLI – Dalle 4 di ieri transitano i primi treni ad alta velocità sul primo tratto della linea Napoli-Bari. In anticipo di venti ore rispetto al crono programma, sono stati completati i lavori di realizzazione di questa prima tranche: circa dieci chilometri a doppio binario, realizzati dalla società leccese Armafer, leader nella costruzione e manutenzione di reti e infrastrutture ferroviarie. Si tratta del pezzo iniziale di un asse strategico per lo sviluppo della mobilità veloce nel sud Italia, che consentirà tempi di percorrenza quasi dimezzati da Bari e Napoli, collegate in sole due ore. I treni viaggeranno a circa 250 chilometri all’ora.
Per realizzare questo primo tratto a tempo di record, in circa tre mesi, Armafer ha messo in campo le attrezzature più innovative e ben 120 operai. 4 rincalzatrici, 4 profilatrici, 6 locomotori, 10 caricatori, 2 saldatori, 2 compattatrici, 22 carri, 48 camion di pietrisco, 30 camion per lo smaltimento: a dare i “numeri” di quest’impresa è l’amministratore unico di Armafer, Rino Morelli, che a Telerama racconta con orgoglio l’ultimo successo dell’impresa di famiglia, fondata a Lecce nel 1903 da suo nonno.
Da tre generazioni Armafer è impegnata in un settore ad altissima specializzazione. Da vent’anni lavora in Italia, ma ha costruito binari anche all’estero: in Brasile, Mozambico, Argentina.. .
Fra gli appalti più importanti c’è la realizzazione dell’alta velocità Napoli-Bari.
Gallerie, ponti, deviazioni e sede ferroviaria sono realizzati da Webuild (ex Impregilo), dopodiché è intervenuta Armafer, che ha costruito ed installato i binari dell’alta velocità e le tecnologie di armamento ferroviario.
“Siamo gli ultimi ad mettere mano ai binari, prima che passino i treni – spiega Morelli – e abbiamo lavorato notte e giorno per arrivare a questo risultato straordinario, impiegando un parco macchine di cinquanta milioni di euro, per garantire millimetri zero di difetto”.

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