CronacaEconomia

Corsa al compostaggio: strada in discesa anche per il secondo impianto della Provincia

CAVALLINO- Inizia a diventare reale quello che solo qualche giorno fa era stato definito, da questi schermi, come un “rischio” da parte del commissario regionale per i rifiuti, Gianfranco Grandaliano: il proliferare di impianti di compostaggio, che vengono autorizzati dalla Provincia, in barba alle previsioni della programmazione che è invece regionale.
Dopo quello di Cavallino, finanziato con soldi pubblici, già autorizzato a fine novembre e oggetto di una guerra giudiziaria al Tar promossa dal Comune di San Donato, la strada è tutta in discesa anche per l’impianto di privati previsto a Galatina. La conferenza dei servizi, riunitasi martedì in Provincia, ha dato l’ok alla Valutazione di impatto ambientale relativa al progetto della Salento Riciclo srl in contrada Le Bruciate. Il Comune di Galatone, che aveva espresso parere negativo, ora si prepara alle azioni di protesta: “Consiglio comunale venerdì, possibili manifestazioni e sit in nei prossimi giorni, incarico ad un legale per capire quando e quali atti si possono impugnare”, dice il sindaco Livio Nisi.

L’impianto, che prevede un trattamento della frazione organica dei rifiuti attraverso un processo aerobico (stralciata la parte di progetto relativa alla sezione anaerobica), conta di trattare 75 tonnellate al giorno, 27mila l’anno. È, insomma, di media taglia, poco al di sotto rispetto alle 30mila tonnellate autorizzate a Cavallino. Sono numeri con cui bisogna fare i conti.

Perché il punto è questo: la Regione ha programmato (e finanziato) due soli impianti, quello cavallinese, appunto, e quello di Tricase, quest’ultimo da 20mila tonnellate. Rispetto al fabbisogno stimato a livello provinciale di 100mila tonnellate, restano “scoperte” 50mila tonnellate, che in parte potrebbero essere assorbite anche dalle compostiere di comunità che nel frattempo si stanno attivando.

Chi le copre? Se, dopo la Via, sarà autorizzato definitivamente l’impianto di Galatina, c’è da chiedersi che fare con gli altri: bocciato a dicembre quello della Par a Monteroni, resta in piedi, ancora, il progetto di MetApulia nella zona industriale di Lecce-Surbo. E questo è il più grande previsto finora: altre 50mila tonnellate.

E vale, in ogni caso, il principio per cui la frazione organica dei rifiuti può viaggiare in tutta Italia, per cui se tutti questi impianti vengono autorizzati, per potersi economicamente reggere, dovranno necessariamente smaltire l’umido anche di altre province. Ed è proprio questo il punto: non c’è nessun vincolo che li renda necessariamente al servizio del territorio. E dunque, alla fine, a cosa serve programmare se ogni previsione si può scavalcare?

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